UAW. IL NUOVO PRESIDENTE DEL SINDACATO FAIN STA AGITANDO DETROIT. CHIESTO IL 40% DI INCREMENTO SALARIALE.

UAW. IL NUOVO PRESIDENTE DEL SINDACATO FAIN STA AGITANDO DETROIT. CHIESTO IL 40% DI INCREMENTO SALARIALE.

Giannina Puddu, 24 settembre 2023.

Per la prima volta,  nella storia del sindacato degli addetti al settore automobilistico americano UAW, il Presidente è stato eletto direttamente dagli iscritti nel marzo del 2023 e la differenza, nella sua azione, è palese.

E' stato successo al primo tentativo di voto, per Fain nel sindacato che conta più di 400.000 membri attivi e oltre 580.000 pensionati in Usa, Canada e Porto Rico.

Shawn  Fain, 55 anni, ha iniziato a lavorare nel 1994 come elettricista nello stabilimento Stellantis Kokomo Casting Plant e, per dieci anni,  è stato rappresentante internazionale dell'unione sindacale e lo definiscono "un tipo pratico".

Il 15 settembre, Fain ha lanciato la prima ondata di scioperi  negli impianti di assemblaggio in Michigan, Ohio e Missouri determinando, secondo gli osservatori a lui più viciniun “grande” divario nelle richieste e le parti “distanti”.

La battaglia è indirizzata contro le tre grandi case  automobilistiche di Detroit, General Motors, Ford e Stellantis e, il 21 settembre, questa è stata definita in “serio progresso”.

Fain, ha adottato uno sciopero tattico, per settori di produzione e per aree, cercando di colpire i punti nevralgici della produzione di auto, di pezzi di ricambio e della distribuzione, per costringere le aziende a trattare.

L'ispirazione, per fain, è arrivata da una tendenza in atto in USA dove i sindacati hanno iniziato a concentrarsi sul forte divario di retribuzione e ricchezza del management aziendale rispetto alla classe dei lavoratori.

E, l'UAW  a guida Fain non si fa spaventare dalla minaccia dell'IA che potrebbe sostituire i suoi colleghi al lavoro, rendendoli disoccupati.

Per arrivare a questo ci vuole tempo e, intanto, si possono cambiare le cose, con le idee giuste e la necessaria determinazione.

Nel giugno 2023, gli azionisti di Netflix hanno bocciato l'iniziativa di incremento dei pacchetti retributivi dei dirigenti anche se con voto non vincolante.

Questo era accaduto dopo che la Writers Guild Of America aveva invitato gli investitori a non approvare le proposte di retribuzione dei managers, definite inappropriate nel momento dello sciopero degli scrittori di Hollywood.

La stessa WGA, ha rivolto pari invito contro l'aumento della retribuzione dei dirigenti della Comcast e della NBC Universal.

Si dice che Shawn Fain, nuovo Presidente della UAW,  voglia distruggere “la classe dei miliardari” e, magari, non esattamente questo, ma certo vuole che i suoi rappresentati abbiano un reddito più onorevole dell'attuale.

Se i dirigenti sono premiati per i risultati delle aziende, il riconoscimento economico deve essere esteso a chi per queste aziende lavora contribuendo al loro successo.

In effetti,  i CEO di Ford, GM e Stellantis, pare che  guadagnino almeno 281 volte il loro dipendente medio.

La chiave dello sciopero storico di venerdì è la migliore retribuzione di tutti i dipendenti.

I lavoratori di Ford, General Motors e Stellantis chiedono un aumento del 40% e motivano la loro richiesta con due argomenti tanto semplici quanto dirompenti:

  1. urge compensare la perdita del potere d'acquisto imposta dagli anni di inflazione;
  2. se le aziende possono permettersi di offrire decine di milioni di dollari ai loro amministratori delegati, vuol dire che ci sono risorse anche per pagare meglio i rispettivi lavoratori ai quali si deve il loro stesso successo.

Per esempio, la signora Mary Barra, CEO di General Motors dal 2019, nel 2022 ha avuto compensi pari a 28,98 milioni di dollari, valore raggiunto con 14,62 milioni di dollari in stock Grant, che maturano in tre anni, in funzione del valore del titolo in borsa e di altri parametri.

Rispetto al 2019, il suo reddito si è incrementato del 34% secondo fonti ufficiali. Ciò che è diventto intollerabile è che un dipendente medio della stessa società impiegherebbe 362 anni per portare a casa gli stessi soldi.

Su questi numeri, Fain ha ribattuto contro la tesi delle tre grandi che hanno prospettato il rischio di perdita competitiva sul mercato globale che gode di stipendi più bassi e argomentato sulla concorrenza delle auto elettriche: 

Il motivo per cui chiediamo un aumento salariale del 40% è perché solo negli ultimi quattro anni, la retribuzione degli amministratori delegati è aumentata del 40%. Sono già milionari...Le nostre richieste sono giuste. Chiediamo la nostra giusta quota in questa economia e i frutti del nostro lavoro.

Nel corso della trattativa, UAW ha ridotto la richiesta di aumento salariale al 36% ma dando un'ulteriore sferzata il 22 settembre, quando lo sciopero è entrato nella sua seconda settimana coinvolgendo altri  38 stabilimenti che hanno smesso di produrre in 20 nuovi stati.

Ha detto Fain che Stellantis e GM in particolare avranno bisogno di una spinta seria, per ammorbidire le loro posizioni, evidentemente.

Il suo progresso pare evidente dal tono di Mike Stanton, Presidente della National Automobile Dealers Association, che si è affrettato a dichiarare che i suoi membri vogliono evitare qualsiasi cosa che possa danneggiare il servizio clienti e che  quindi speriamo sicuramente che le case automobilistiche e la UAW possano raggiungere un accordo rapidamente e amichevolmente.

La tattica di Fain sta ottenendo i suoi effetti e le aziende stanno studiando soluzioni per tappare i buchi di produzione aperti dai lavoratori in sciopero, compreso l’inserimento di lavoratori salariati nei magazzini dei ricambi.

David Barnas, portavoce di GM, ha riferito che Abbiamo piani di emergenza per vari scenari e siamo pronti a fare ciò che è meglio per la nostra azienda e i nostri clienti..., mentre Jodi Tinsonportavoce di Stellantis, ha dichiarato: Abbiamo un piano di emergenza in atto per garantire che stiamo rispettando i nostri impegni nei confronti dei nostri rivenditori e dei nostri clienti...

Nella gestione delle  trattative, il sindacato semplifica puntando l'attenzione sugli enormi profitti realizzati dalle case automobilistiche e sulle performances di borsa  ai quali ha fatto seguito l'abnorme retribuzione degli amministratori delegati, mentre i salari restavano al palo, erosi dall'inflazione.

Per ora, pare che le aziende siano ferme al riconoscimento del 18% circa di incremento salariale motivato con l'urgenza di investire i profitti nella transizione verso i veicoli elettrici.

Ma, fatto il punto della situazione alla data di ieri, 23 settembre, pare che i lavoratori del settore automobilistico abbiano ancora molte carte da giocare contro i produttori di automobili.

Le scelte di mobilitazione sindacale hanno coinvolto, sin qui, solo il 12% circa degli iscritti al sindacatol’UAW è nella condizione di espandere, in modo massiccio, il blocco delle attività dei lavoratori impegnati negli impianti di assemblaggio e negli stabilimenti di componentistica di General Motors, Ford e Stellantis, trascinandosi  Jeep e Ram.

Certo è che se UAW estendesse il suo sciopero a tutti i 38 centri di distribuzione di ricambi di GM e Ford, si inimicherebbe gli altri cittadini privati dell'opportunità di riparare i loro veicoli presso centri di assistenza privi di ricambi.

Il sindacato punta ad una forzatura per costringere le case automobilistiche ad una trattativa rapida, riducendo, nel tempo,  la diffusione dei disagi.

Secondo l'analista Daniel Ives di Wedbush Securities, il passo successivo e, forse, decisivo, potrebbe essere uno sciopero quasi totale che coinvolga gli impianti centrali a Detroit e dintorni.

Si sta quasi creando un tifo sociale verso questa categoria di lavoratori con anche un analista della Guidehouse Insights che ha perfino suggerito che con così tanti lavoratori e fabbriche ancora in attività, il sindacato ha una serie di opzioni con cui spremere di più le aziende, aggiungendo nel fermo delle attività altri stabilimenti di assemblaggio e puntando verso più stabilimenti che stanno costruendo i veicoli più redditizi...

Intanto, le tre società hanno affermato di aver trattato anche ieri, sabato, e sul tavolo delle trattative c'è anche la settimana lavorativa ridotta a 36 ore e un migliore trattamento pensionistico.

La scelta di puntare contro i centri di ricambi aumenta la pressione sulle aziende che vedono danneggiati i concessionari che forniscono assistenza ai veicoli e servono milioni di automobilisti con le loro officine per la manutenzione e la riparazione delle loro auto e camion.

Art Wheaton, esperto di lavoro presso la Cornell University se la ride scimiottando i concessionari che sarebbero costretti a dire: Ehi, non possiamo riparare quelle auto da 50.000 a 70.000 dollari che vi abbiamo appena venduto perché non possiamo procurarvi i pezzi....

Durante un picchetto, Fain è stato provocato dai giornalisti circa i danni che la sua azione starebbe provocando ai consumatori.

Egli ha risposto: Ciò che a lungo termine ha danneggiato i consumatori è il fatto che le aziende hanno aumentato i prezzi dei veicoli del 35% negli ultimi quattro anni...

Non è a causa dei nostri stipendi. I nostri stipendi sono aumentati del 6%, la retribuzione dell'amministratore delegato è aumentata del 40%. 

Nel 2022, AutoNation ha registrato un margine di profitto lordo del 46% dai servizi di assistenza presso i suoi concessionari che, però, stanno rivelando tutta la loro fragilità creata dall'abitudine di avere scorte scarse e non possono permettersi che i produttori non producano a chiamata.