Commercio, l`export spinge l`economia. Ma non abbastanza

Le esportazioni incidono sul Pil per circa un quarto ma da sole non sono sufficienti a fare sviluppo.

Basti pensare che per ogni euro di contrazione dei consumi delle famiglie e delle imprese, ne sono necessari almeno tre in più solo per compensare il calo registrato sul versante interno. Lo afferma Gaetano Fausto Esposito, Segretario Generale di Assocamerestero, commentando i dati Istat sul commercio estero diffusi oggi. «Non solo quindi servono politiche di supporto per le aziende italiane sui mercati esteri ma -aggiunge- bisogna ricreare le condizioni anche per la crescita in Italia». «Se, da un lato, la fase depressiva dell`Unione potrebbe causare delle difficoltà ai nostri prodotti sui mercati europei, dall`altro, l`attuale deprezzamento dell`euro ci avvantaggerà fuori dall`Europa rendendo ancora più competitive le nostre esportazioni, anche quelle di beni strumentali» dice ancora Esposito.

Le esportazioni italiane, riferisce Assocamerestero, nel mese di marzo crescono (+1,7% rispetto a febbraio nei dati destagionalizzati), registrando il miglior risultato tra i principali esportatori europei: la Germania, infatti, si attesta su un lieve incremento dell`1,0% e la Francia invece sperimenta una contrazione delle vendite dell`1,5%. Anche in ragione d`anno, l`Italia supera i suoi competitor con una crescita del 4,0%, mentre la Germania si ferma al 2,2%. Prosegue il contributo positivo della domanda estera netta alla crescita, superiore a quello di alcuni dei principali Paesi industrializzati: nell`ultimo trimestre 2011 è pari allo 0,7%, mentre Stati Uniti e Giappone chiudono l`anno con un dato negativo rispettivamente dello 0,3% e 2,6%.

Per i Paesi di destinazione, aggiunge Assocamerestero, bene la crescita nei mercati extra-europei (+10,0% nel primo trimestre 2012 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno), ma fondamentale per questo risultato è la nostra performance in Svizzera (+25,6%, per un valore di 5,6 miliardi di euro). Guadagnano posizione i nostri partner tradizionali, ovvero Stati Uniti (+8,1%) e Giappone (+15,6%), mentre registriamo forti flessioni in India e Cina, non solo per le esportazioni (-6,7% e -9,6%) ma anche per le importazioni (-14,5% e -20,2%).

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