Crisi, il mercato Halal non la conosce

Se rimangono i dubbiosi sulla potenzialità dei prodotti finanziari islamici in presenza di dati non omogenei e di una regolamentazione che tarda ad uniformarsi, la stessa cosa non si po’ dire per il mercato halal. Muove un giro d`affari potenziale da 50 miliardi  in Europa, di cui più di 5  nel nostro paese. Per halal si intendono tutti quei prodotti che per origine, lavorazione e tracciabilità sono considerati leciti dai musulmani. Si tratta di un mercato che, a livello mondiale, vale oltre 3mila miliardi con un tasso di crescita del 20% e che fa gola a molti.

Per halal si intende tutto ciò che è permesso e non proibito (haram) secondo i precetti della Sharia e assume un`importanza strategia per il settore alimentare anche se il concetto si allarga a tutte le pratiche quotidiane come il vestirsi, il modo di comportarsi in pubblico e in privato, il modo di parlare, ecc.
In Europa il concetto è  legato soprattutto al consumo di alimenti e soprattutto di carne. I credenti musulmani consumano solo carne macellata secondo il rito islamico, in caso contrario si astengono dal consumo.
Un mercato che in Italia al momento è  in mano a piccoli imprenditori di fede islamica, ma che, grazie ad una convenzione interministeriale sul progetto “halal Italia”, firmato circa 1 anno fa e che vede il forte impegno di società impegnate nella certificazione dei prodotti sotto la supervisione di Halal International Authority, può fornire ottime opportunità commerciali e di marketing.

Dopo il mercato alimentare molta attenzione è rivolta a quello della cosmesi halal, senza alcol e grassi animali che fattura 600 milioni di dollari l`anno e che inizia a ritagliarsi uno spazio importante nel settore della cura del corpo delle donne e non solo.
E` un mercato che in Italia sta muovendo i primi passi, ma che in Francia vanta già una buona penetrazione nella grande distribuzione. In questi casi, non si tratta unicamente di un`etichetta halal che può essere spesso intesa come uno specchio per le allodole, ma una vera e propria certificazione che è per certi versi  paragonabile in tutto e per tutto alle noste conosciute certificazioni dop, igp, ecc.
Anche se in Italia il mercato è ancora di nicchia, vale la pena citare un`esperienza positiva che potrà essere replicata, ovvero il caso di un imprenditore sardo che ha vinto l`oscar green promosso dalla Coldiretti per aver commercializzato i primi salumi halal e che si è inoltre aggiudicato il premio per l`innovazione in agricoltura per avere convertito completamente la produzione della sua azienda agricola.

In Europa halal vuol dire tanto se pensiamo che Londra ospita il “World Halal Forum Europe”, una due giorni dedicata alle opportunità del settore alimentare, cosmetico e del turismo. Di pari passo non si sono fatte attendere le multinazionali del fast food come dimostrano le iniziative di due colossi come Quick e Kfc.
Sempre in Gran Bretagna una società di venture capital ha lanciato il progetto per il primo parco industriale destinato a tutta la filiera halal.
Nel mondo spiccano paesi come la Nuova Zelanda, leader mondiale nel mercato della carne halal con 48 impianti di trasformazione, paesi come Hong Kong che per i musulmani in vacanza ha pensato ad una politica di apertura di ristoranti halal o il Pakistan che ha istituito l`halal development authority cell per sostenere le imprese locali nelle esportazioni di prodotti halal o ancora le Filippine che hanno siglato un protocollo d`intesa con l`Islamic Food and Nutrition Council of America e la Sahl International Pte per promuovere l`industria halal nel paese.
L`obiettivo è naturalmente quello di intercettare i bisogni dei consumatori musulmani i cui livelli di istruzione e standard di vita sono in ascesa, ma al tempo stesso attirare i consumatori tradizionali a prescindere dal credo religioso.
Secondo le stime la finanza islamica nei prossimi 3 anni investirà circa 1000 miliardi di dollari per la crescita dell`halal nel mondo,  a tal proposito ha già capito il business la Islamic Bank of Thailand che prevede di aumentare il suo interesse sulle esportazioni di cibo halal  con l`obiettivo di aumentare il giro d`affari del 50% rispetto all`anno trascorso.

A cura di Santovito Luigi

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