ESCLUSIVA IN: L’audizione di Vegas alla Camera e i dubbi sulla trasparenza. Intervista a Alberto Fluvi della VI Commissione Finanze

Una cosa è certa. In quasi due anni di presidenza (è stato designato il 18 novembre del 2010), Giuseppe Vegas non è passato di certo inosservato. Complice, dicono i “maligni”, di una nomina ricevuta per lo più per meriti politici (dovuti alla militanza pluriennale in Forza Italia prima e Pdl poi) piuttosto che per reali motivazione tecniche (anche se sul cv può vantare di essere stato sottosegretario rispettivamente alle Finanze, al Tesoro e all’Economia in momenti diversi) un elemento, quest’ultimo, che dovrebbe essere alla base per chi si occupa di vigilare sul mercato finanziario italiano. Va detto però che, al di là delle valutazioni fatte in precedenza, Giuseppe Vegas non ha di certo optato per un approccio dal basso profilo, adoperandosi in una vera e propria opera di “rinnovamento” della struttura organizzativa, delibera dopo delibera.

ESCLUSIVA IN: L’audizione di Vegas alla Camera e i dubbi sulla trasparenza. Intervista a Alberto Fluvi della VI Commissione Finanze

In particolare queste innovazioni hanno visto negli ultimi 18 mesi delegare, ad esempio, il ruolo di segretario generale a un suo fedelissimo del ministero dell’Economia, Gaetano Caputi, per poi promuoverlo direttore generale una volta terminato l’incarico di Antonio Rosati. Ma la vera svolta nella riorganizzazione dell’autorità di vigilanza è avvenuta con la creazione dell’Ufficio di Presidenza (per il quale ha nominato Responsabile una sua ex collega presso il Ministero dell’Economia, Francesca Amaturo), una struttura che, alla luce dei critici, “ha capovolto l’impostazione della legge e ha centralizzato a sé, direttamente o con il paravento del collegio di commissari, una serie di uffici e risorse che prima erano posti nelle divisioni: la segreteria della camera di conciliazione e arbitrato, l’ufficio attività parlamentare e di governo, la programmazione e bilancio, sottratta alla divisione amministrazione, le relazioni internazionali, l’ufficio stampa. Nonché l’intera divisione della consulenza legale”, racconta il giornalista Lorenzo Dilena. Infine, con lo scopo (dichiarato da Consob) di evitare “sovrapposizioni e duplicazioni e per perseguire l’obiettivo di snellimento dei processi amministrativi trasversali”, il 25 luglio luglio 2012 (v. delibera 18289, art. 2), è stata creata una struttura che si sovrappone (ed è questo il paradosso) alle divisioni: le “aree funzionali”. Una struttura che avrebbe tutta l’aria di essere un nuovo “muro” tra l’ambito direttivo e quella collegiale dell’autorità. Insomma, tanta carne al fuoco.

Ed è proprio in seguito a queste vicissitudini (e non solo, si pensi anche alla questione Fonsai, per la quale è stata chiarito l`operato dell`autorità in seguito ai movimenti di mercato svolti da Ligresti e che hanno portato al dissesto finanziario relativo) che la VI Commissione Finanze della Camera dei Deputati ha chiesto a Vegas un’audizione per cercare di comprendere al meglio la questione legata alla collegialità della commisione di vigilanza sulla Borsa e ai connessi rischi di compromettere l’autonomia e la trasparenza delle istruttorie. L’audizione si è svolta lo scorso giovedì 25 ottobre, avente per oggetto della convocazione “tematiche relative all’operatività della stessa Consob” (cliccando qui avrete il documento completo dell’audizione, mentre sull Web Tv della Camera dei Deputati è disponibile il video nella sezione Commissioni).

Il promotore di questa interpellanza è stato Alberto Fluvi, capogruppo del Pd alla VI Commissione Finanze presso la Camera dei Deputati dal 21 maggio 2008. Come recita la sua biografia sul portale del Partito Democratico, è nato il 9 ottobre 1958 ad Empoli. Sposato, ha due bambini, Sara e Tommaso. Ha iniziato l’attività politica nel 1980 come Assessore al Comune di Empoli. Nel 1994 Segretario della Federazione PDS di Empoli. Eletto per la prima volta alla Camera nel 2001. Capogruppo Pd alla commissione Finanze. Eletto nella Circoscrizione XII Toscana. Ifanews l’ha intervistato IN ESCLUSIVA per avere un inedito punto di vista, quanto mai autorevole, sulla sopracitata vicenda e su quello che è emerso dall’incontro.

Onorevole Fluvi, quale impressione, ha ricavato, in generale, dopo l`audizione a Vegas?
Il Presidente Vegas sapeva quali  sarebbero stati i contenuti dell`audizione. Nella sua introduzione è stato elusivo; imbarazzato nelle risposte. A volte, e faccio riferimento alle sue dichiarazioni in merito alla vicenda FonSai, è sembrato più preoccupato di rispondere all`esterno che non al Parlamento.

Come ha vissuto, in particolare, la risposta del presidente Vegas, alla sua domanda circa la nuova struttura barocca introdotta in Consob con l`aggiunta di un `ufficio di presidenza` e di un nuovo DG? Questa riorganizzazione ha anche incrementato i costi della struttura? Vantaggi? per chi?
Ho l`impressione che si sia costruita una struttura barocca per deresponsabilizzare le strutture interne con il pericolo di alleggerire i controlli. L`ufficio di presidenza - struttura a disposizione del Presidente - rischia di essere una sorta di filtro che istruisce le pratiche, da indicazioni agli uffici ed alle strutture interne alla Consob. L`ufficio di Presidenza può rappresentare un ostacolo alla collegialità della Commissione. Attraverso atti amministrativi, quindi, il Presidente Vegas ha nei fatti cambiato l`Autorità di vigilanza.

Quali iniziative future hanno in programma la Commissione Finanze e il PD per assicurare, ai risparmiatori italiani, le tutele previste anche dalla ns Costituzione?
In Commissione Finanze continueremo ad incalzare la Consob ed il suo Presidente. Nei prossimi giorni presenterò una interrogazione per chiedere al Governo se gli incarichi extra-Consob ricoperti dal direttore generale, dott. Gaetano Caputi, siano compatibili con i requisiti di legge. Anche su questo il Presidente Vegas non è stato chiaro.
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