IL MONDO NON SARA' PIU' COME PRIMA

IL MONDO NON SARA' PIU' COME PRIMA
Milano, 26 marzo 2022. Di Fabrizio Brasili, esperto di Scenari e Mercati Finanziari.
La risposta e la premessa che ne anticipa il senso ed il momento, e' sempre la stessa di due anni fa:
Il mondo non sarà più come prima.
Quello che ci restera' sarà un mondo devastato, cambiato e ritornato indietro di un secolo!
Recessione, cambiamento di modo di vivere o sopravvivere, almeno in gran parte del mondo, ma la parte che aveva ed ora non ha più a sufficienza, cioe' prodotti agricoli, minerali, energia,  ben ed equamente  distribuiti, saranno un pallido ricordo.
Forse la vecchia Europa sara' molto più unità, gli Usa, più tendenti a mantenere i vecchi sistemi e stili di vita di prima, erigendo barriere.
Ma tutto lo scacchiere orientale ed africano soffrirà ancora di più , con carestie ed assenza di aiuti a sufficienza.
Anche la Cina, che pur attende sorniona, gli eventi presenti e futuri, ne avra', anche se attutito, una stagnazione e non una continua espansione, come ci aveva abituato.
Con queste prospettive, non si può di certo ipotizzare un galleggiamento su questi livelli, né tantomeno un progredire dei listini azionari (ed obbligazionari) per lo meno fino ai prossimi due anni.
Più che stagflazione (stagnazione+ inflazione), una recessione storica, dopo decenni di euforia dopata da continue e forse eccessive, dosi di liquidità.
In sintesi prevediamo, sul nostro listino principale e relativo future Giugno/ Settembre un ritorno anche sotto i 22500/600 da noi segnalati più volte, che avevano una valenza prettamente tecnica e non sistemica, fino a raggiungere il gap lasciato aperto in area 21000/21500, gia peraltro toccato recentemente, allo scoppiare , un mese fa, della guerra  fra Russia ed Ucraina.
Temiamo che a medio lungo termine si possa anche raggiungere i 16000/16500 di future Giugno Settembre, con un continuo lungo detioramento, non avendo più molto senso restare con scommesse su comparti azionari immuni o quasi, men che meno su quelli trainanti tradizionalmente del nostro listino.
Ed allora cosa fare?
Andiamo al concreto!
Una parte dei nostri risparmi od investimenti ora in azioni ed in obbligazioni,  andranno alleggerite/vendute e posizionate su assett difensivi, come Dollaro,  Metalli preziosi, e soprattutto Fondi che replicano Acqua e per terminare, ma non meno importante, Immobili.
Un cambio epocale.
 
Entriamo in dettaglio sulle utilties.
Anche qui in uno dei settori difensivi che dovrebbero " tenere" di più i prezzi raggiunti, c' e' da fare un profondo distinguo.
In un primo momento ci può essere sia per Terna che per la fin la troppo bistrattata ENEL, anche un ampio ed ingannevole recupero, ma non sufficiente, per impostare un portafoglio a medio lungo termine, su titoli da "vecchio cassettista, come più volte esposto e su un settore, per noi poco interessante, a prescindere dal momento..
Avendoli in portafoglio, e su detto rimbalzo, ne usciremmo totalmente.
Stesso discorso per i due bancari, BPER e BancoBpm, su cui parlare ora di Risiko, ci pare per lo meno,  anacronistico.
Tranne piccoli ed episodici" rimbalzi del gatto morto" meglio vendere  totalmente, poiché saranno questi i titoli e soprattutto il settore ad essere più penalizzato in caso di recrudescenza ribassista, a medio lungo termine.
Gli altri settori (Telefonia e Difesa) che stanno recuperando dai minimi raggiunti, (vediTelecom e Leonardo) hanno ancora di più un livello speculativo e di maggior pericolosità.
Consiglio per i più avvezzi ed esperti, vendere i titoli ed acquistare le relative opzioni. 
Una gran parte della liquidità, andrebbe investita gia' dai prezzi attuali, di 1,10/1,1050 sul dollaro contro euro, che per noi e' visto nel breve medio termine anche poco sopra la parità, con forti supporti in area 1,06, che potrebbero ingannare e che se rotti ci porterebbero appunto anche sotto 1,04.
La lotta poi fra il grosso debito pubblico degli USA e l' incetta di questo bene rifugio per eccellenza dovrà fare i conti anche con gli aumenti dei tassi, al di la' ed al di qua dell' Atlantico, decisamente ridimensionati ,almeno per il 2022/2023.
Per cui potremo vedere sia dei minimi, in forte rafforzamento  del dollaro, sia però successivamente un deterioramento  verso i livelli già testati fin dal 2020/21 e segnalati ai lettori abbonati, che ci seguono ogni giorno.