KAMALA HARRIS MINACCIA BENJIAMIN NETANYAHU

KAMALA HARRIS MINACCIA BENJIAMIN NETANYAHU

Redazione, 25 marzo 2024.

Ieri, Kamala Harris, vicepresidente USA, durante un'intervista di ABC News, ha avvertito Israele che qualsiasi operazione militare importante” a Rafah sarebbe “un enorme errore”.

In verità, gli "errori" commessi, ammazzando donne, bambini e civili palestinesi innocenti, non si contano più, da tempo.

All'avvertimento, Harris ha fatto seguire una minaccia di “conseguenze” per Israele se Netanyahu si spingesse oltre con la prevista invasione di Rafah.

Le "conseguenze" sarebbero applicate nel caso di “qualsiasi operazione militare importante” su Rafah.

L'espressione è volutamente vaga per conservare margine discrezionale da spendere alla bisogna.

A chi la ascolta, viene da chiedersi quale sia, tradotto in un numero di ulteriori morti, il sacrificio umano che gli USA siano disposti a tollerare prima di una loro reazione contro Israele. 

Quanti altri bambini potrà ammazzare l'esercito israeliano per stare sotto la soglia di guardia dell'operazione militare importante?

Benjamin Netanyahu ha, comunque, sviluppato il suo piano per invadere Rafah e lo sta portando avanti, seminando nuove vittime tra i civili palestinesi.

A Rafah, dove vivevano circa 250.000 persone, oggi se ne contano circa 1.400.000 a causa del forzato esodo dalle aree bombardate al Nord e al centro di Gaza.

Ammassati in uno spazio stretto per essere sterminati più facilmente.

Israele aveva "suggerito" l'area al confine con l'Egitto come zona di salvezza per i palestinesi convinti all'esodo a suon di bombe, ma con le stesse bombe li ha "accompagnati" durante i loro movimenti fino a Rafah ed anche, ormai,  dentro Rafah. 

La spinta israeliana contava (in alternativa al genocidio), sullo sfondamento del confine egiziano per il definitivo trasferimento dei palestinesi sul Sinai, rigettato dal governo egiziano e dal mondo intero. 

L'obiettivo di Israele è chiaro da tempo, occupare il territorio di Gaza, compresa l'area marina antistante, vivi o morti, i palestinesi devono essere eliminati come presenza in quel territorio.

Preferirebbero la soluzione "vivi", solo per evitare seccature diplomatiche internazionali, ma non si sa più dove metterli, nè loro intendono muoversi, nè in avanti, nè indietro.

L'ostentata disinvoltura di Netanyahu che insiste con i suoi crimini, persa ogni alternativa per occupare Gaza,  rivela chi muove i fili a Washington e conferma la nuova debolezza americana.

Emmanuel Macron, si è accodato sostenendo che costringere le persone a spostarsi da Rafah costituirebbe “un crimine di guerra”, mentre tutti gli spostamenti forzati, fin qui, con oltre 30.000 morti innocenti, sarebbero stati azioni da mammolette... Secondo Macron, come anche secondo gli americani.

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