ORMAI, DIEGO FUSARO MI ANNOIA...

ORMAI, DIEGO FUSARO MI ANNOIA...

Giannina Puddu, 4 giugno 2022.

Ho ascoltato spesso Diego Fusaro, professore di filosofia dedicato alla Politica del Dissenso.

I "filosofi" mi sono sempre piaciuti, già quando ero una ragazzina e divoravo i testi dei grandi del pensiero classico e moderno.

Ero attratta dalla dissertazione filosofica, dall'esercizio del pensiero, dalla logica che aiutano a comporre o scomporre e ricomporre i vari puzzle esistenziali.

Ascoltare Fusaro è stato un fatto naturale e coerente con la mia natura, dunque.

A questa base, già solida, si era sommata la caratteristica della giovane età di Fusaro in cui avevo riposto (con riserva...) la speranza di un possibile futuro migliore del presente, in gran parte da resettare e riscrivere.

La "riserva" è un obbligo fino a prova contraria.

Le Persone, filosofi compresi, sono ciò che fanno più che ciò che dicono.

Quest'ultima considerazione assume il suo massimo rilievo nel momento in cui, i filosofi, come Fusaro nel caso, affianchino alla loro attività di pensatori quella di politici.

Come politico-filosofo, Fusaro mi è venuto a noia.

Il suo stile linguistico, volutamente forbito, abusa di sè stesso diventando ripetitivo e separativo.

"Ripetitivo" per affermare e rimarcare la sua superiorità culturale e "separativo" come effetto di questo atteggiamento che, "politicamente", stona.

E' il dire, tacendolo: "io sono al di sopra di voi", quindi, distante.

Ma, quanto è distante?

E, perchè, Fusaro esercita di Dissenso Politico?

Qual è il suo obiettivo, qual è la natura dell'energia che lo spinge? 

La Politica, secondo un'accettabile e semplice definizione della Treccani è La scienza e l’arte di governare, cioè la teoria e la pratica che hanno per oggetto la costituzione, l’organizzazione, l’amministrazione dello stato e la direzione della vita pubblica.

Ma, quando Fusaro parla, dà  l'impressione di voler comunicare con i suo "pari" e non con il "pubblico" (della vita pubblica) per il quale avanza il solo esercizio dell'ascolto e passivo.

La scelta linguistica ossessiva è un messaggio disgregante.

E' sempre in cattedra, privo di carisma, chiuso in un ambiente sterile o, comunque, riservato a pochi eletti della sua casta di raffinati pensatori che lui ha già pre-selezionato, pre-eletto al livello del suo stesso rango, secondo i suoi personali ed arbitrari parametri.

Ragiona bene, si intende e si può permettere anche e questo, inspiegabilmente, di lanciare accuse gravi contro i potenti senza che, per questo, sia censurato.

Come quando, di Mario Draghi ha detto: Ruolo alla NATO e nemico dell 'Interesse Nazionale.

Contro chiunque altro avesse osato tanto sarebbe scattata una reazione molto forte.

Dichiarare che il Presidente del Consiglio Italiano agisca contro l'Interesse Nazionale equivale a dire che Draghi sia colpevole di Alto Tradimento della sua Nazione.

Questa affermazione, a prescindere dalle eventuali ed improbabili conseguenze sul piano pratico e formale, avrebbe forza destabilizzante per il Paese se non fosse che, Fusaro, non genera, nella massa", il processo di identificazione per le ragioni dette sopra.

C'è uno stacco netto ed incolmabile tra lui e la "massa", il Popolo.

Questo lo rende poco dissenziente o, comunque, ne fa un dissenziente moderato e non ripetibile in misura allargata, pubblica, comprimendo il rischio della diffusione e della condivisione del suo pensiero.

Si fa largo, nel mentre, l'osservazione del "Dissenso Controllato" che riguarda direttamente Fusaro e altri...