Quando i sussidi provocano una distorsione del mercato

Scritto per Ifanews da Paolo Sassetti, ex membro del comitato scientifico Aiaf ed ex ceo Sopaf. È normale sussidiare gli investimenti al 75% della spesa?  La Regione Lombardia lo fa. Ma con che risultati? La politica di sussidio pubblico a favore dei filtri antiparticolato di retrofit praticata dalla Regione Lombardia a mio avviso può generare un effetto distorsivo sul mercato, in quanto non incentiva la riduzione del loro prezzo quanto sarebbe possibile in un mercato libero.

  
I produttori di filtri di retrofit, in presenza di obblighi normativi che riguardano i possessori di veicoli ma anche di contestuali sussidi pubblici (che nel caso della Regione Lombardia raggiungono il 75%  della spesa, si veda il link http://urlin.it/21a53), possono avere interesse a praticare prezzi decisamente più elevati di quelli che si formerebbero su un mercato libero e non sussidiato, perché, “tanto”, paga l’operatore pubblico.

Si consideri che la parte del prezzo non sussidiato può essere comune scaricato dal reddito imponibile, per cui in Lombardia i filtri antiparticolato risultano, di fatto, ”regalati”.
 
Che questo contributo per l’acquisto di un singolo filtro erogato dalla Regione Lombardia con tutta evidenza sia abnorme è segnalato dal fatto che il contributo regionale lombardo massimo per un semplice filtro per camion (del costo teorico massimo di 7.333 euro) può arrivare a 5.500 euro, mentre il contributo per l’acquisto di una intera auto ecologica è di soli 3.000 euro ed il contributo per l’installazione di un impianto a gas metano o gpl è di soli 600 euro.
 
Ma può il valore commerciale di un filtro antiparticolato confrontarsi in tale proporzione con quello di una intera automobile e con quello di un ben piÚ complesso impianto a metano o gpl? Chiaramente si evidenzia una macroscopica sproporzione nei contributi erogati dalla Regione Lombardia, volta a favorire  i produttori di filtri antiparticolato di retrofit, mettendo quasi integralmente il costo dei filtri a carico della collettività.
 
Se i filtri antiparticolato installati di serie sui veicoli nuovi dovessero avere i costi dei filtri di retrofit, metterebbero fuori mercato i nuovi veicoli in vendita.
 
Inoltre, l’acquisto “obtorto collo” di oggetti sussidiati (e quasi regalati) che generano spesso note controindicazioni tecniche (intasamento, aumento della contropressione, aumento dei consumi, riduzione di potenza) fa si che possa concretizzarsi il rischio che, almeno su certi mezzi da cantiere, l’acquisto dei filtri rappresenti semplicemente un formale `nulla osta amministrativo`, ma che, un breve tempo, i filtri vengano materialmente disinstallati per eliminarne tali controindicazioni.
 
Solo se venisse impiantato un sistema di controlli a campione con sanzioni elevate sarebbe possibile evitare questa possibilità, altrimenti il rischio concreto – tanto maggiore quanto più alto è il sussidio -  è che il sussidio si risolva essenzialmente in una distribuzione di denaro pubblico ai produttori di filtri destinati a restare graziosi soprammobili.
 
Ma questo sistema di controlli sui mezzi da cantiere a fronte di tali contributi erogati esiste? Per lo meno non è stato annunciato, probabilmente la stessa regione Lombardia non ha neppure le strutture organizzative dedicate per realizzarli
 
È d`attualità questo tema? A me pare che consentire l`acquisto di un filtro antiparticolato al prezzo di 7.333 euro con un contributo regionale di 5.500 rientri (il 75%) rientri tra quelle politiche hanno portato il debito pubblico agli attuali livelli. Se, poi, subentrano anche legittimi dubbi sulla effettiva efficacia di misure così strutturate, allora una riflessione è d’obbligo.

Ma esiste una alternativa a questo sistema di incentivo, oneroso e di dubbia efficacia? Si, esiste e come spesso accade, gli Svizzeri  ci indicano la strada.

Il Governo di Berna ha deliberato la riduzione delle tasse di circolazione per i veicoli pesanti che installino i filtri antiparticolato http://urlin.it/22353. Trattasi dunque di sgravio fiscale e non di sussidio. Il vantaggio degli sgravi fiscali rispetto ai sussidi è quello di non drogare i prezzi dei beni sussidiati.

Ma andrebbe sempre accompagnato ad un sistema di controlli a campione per verificare se chi ha avuto accesso allo sgravio fiscale ne ha effettivamente diritto.

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