2011-2013: il triennio infernale delle banche

E’ stato presentato ieri a Roma il rapporto Afo (Abi financial outlook) dell’Abi contenente le previsioni sul sistema bancario e gli andamenti economici nazionali dei prossimi tre anni. Ne è emerso un quadro piuttosto cupo, che prevede forti strascichi dovuti alla crisi tuttora in atto. Non bastasse la chiusura del 2011 con una crescita del solo 0,6%, il 2012 sarà addirittura negativo, con stime che parlano di recessione e contrazione del Pil di 0,7 punti percentuali. A influire su questi risultati sarebbero soprattutto le manovre attuate dal governo da agosto a oggi, che porterebbero ad ulteriori riduzioni tra il 2012 e il 2013.

Ad aggravare la situazione ci sono poi le tensioni sui mercati e l’andamento altalenante del differenziale tra titoli europei e italiani, che dovrebbero aggravare il debito di 1,1 punti di Pil.
Il rapporto prende però in considerazione anche scenari peggiori, dettati da un aggravarsi ulteriore della crisi, che prevedrebbero un calo del Pil del 2% nel prossimo anno, gettando così alle ortiche i propositi di pareggio di bilancio per il 2013.
Anche le attività di prestito diventeranno di conseguenza più rischiose, così come le attività di funding avranno difficoltà legate alla tensione sui titoli sovrani.
In particolare poi, sarà messa alla prova la redditività delle banche, con il Roe, già sceso al minimo storico dello 0,3%, che tornerà però a salire poco alla volta nei prossimi due anni.
Dulcis in fundo, le ultime mosse dell’Eba – con l’imposizione alle banche di vincoli ‘ancora più stringenti’ sui requisiti patrimoniali – potranno creare ulteriori problemi. A questo proposito il Direttore Generale dell’Abi Sabatini è stato molto severo, dichiarando che l’Eba avrebbe così certificato in qualche modo come alcuni Paesi della Ue correrebbero il rischio concreto di fallire ‘come se il debito pubblico fosse composto da titoli tossici’.
Unico dato positivo quello legato all’occupazione, che si pensa continuerà a salire moderatamente per il prossimo anno, per poi spingere un po’ di più a partire dal 2013. Magra consolazione in fin dei conti… 
 
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