Consob: crociata contro l’ ‘’High frequency trading’’

La Consob ha inviato a Borsa Italiana una lettera in cui si invita a valutare l’introduzione nel regolamento delle negoziazioni di una penale per i trader allo scattare di determinate soglie di ordini non eseguiti. Il trading ‘’ad alta frequenza’’ (High frequency trading, in inglese) si è sviluppato in seguito alla comparsa e alla diffusione della negoziazione telematica e in tempo reale dei titoli, tecnologia che rende possibile l’immissione di un’enorme quantità di ordini in tempi brevissimi. Il fenomeno riguarda ben la metà dei volumi scambiati a Piazza Affari, ma in media solo l’1% degli ordini di questa particolare categoria vanno a buon fine. Se da un lato la negoziazione ad alta velocità migliora la liquidità dei mercati, dall’altro ne incrementa la volatilità, la propensione a possibili blackout, la trasmissione di stimoli fuorvianti per gli investitori e l’intento speculativo di alcuni trader. Consob vorrebbe spingere Piazza Affari ad adottare meccanismi di disincentivo agli eccessi dell’ High frequency trading simili a quelli già adottati su altri listini come Nyse, Euronext, Nasdaq e Omx. Alla Borsa di New York, ad esempio, la penale scatta per il trader sulla base di un rapporto 1 a 100 sugli ordini: non ci sono sanzioni per il trader fino al raggiungimento di 99 ordini ineseguiti su 100, mentre le sanzioni scattano a partire dall’eventuale ordine ineseguito ulteriore. Come chiaramente illustrato dal presidente della Consob Giuseppe Vegas, la misura non intende di certo risolvere la crisi, che ha profonde radici strutturali e sistemiche, ma mira a tamponare le dinamiche negative dei mercati con un effetto di stabilizzazione. Staremo a vedere nel dettaglio in che misura Borsa Italiana recepirà l’indicazione della Consob e con che modalità intenderà arginare il fenomeno.

Consob: crociata contro l’ ‘’High frequency trading’’