I CONTRATTI DERIVATI CHE RAZZIANO I COMUNI ITALIANI E AUMENTANO IL DEBITO PUBBLICO

I CONTRATTI DERIVATI CHE RAZZIANO I COMUNI ITALIANI E AUMENTANO IL DEBITO PUBBLICO

Redazione, 29 settembre 2023. L' intervista di Giuseppe Spinelli al perito Alessandro Govoni (per Alessandria24.com)

Ifanews.it  - Premessa:

La Legge 28 dicembre 2001, n. 448, all'articolo 41 (Finanza degli Enti Territoriali) aveva approvato la sottoscrizione degli strumenti  derivati da parte degli enti pubblici. 

Da quel momento, provincie, comuni, unione di comuni, città metropolitane, comunità montane e isolane, regioni, consorzi tra enti territoriali, iniziarono ad impantanarsi tra le complesse maglie dei "derivati".

All'epoca, alla Presidenza della Repubblica avevamo Carlo Azeglio Ciampi (13 maggio 1999 - 15 maggio 2006), primo ex banchiere al vertice delle istituzioni italiane.

Era il governo Berlusconi, con Giulio Tremonti a capo del Ministero dell'Economia e delle Finanze.

Carlo Azeglio Ciampi che era stato Governatore della Banca D'Italia,  aveva  al suo attivo una precedente e  rilevante esperienza finanziaria internazionale: presidente del Comitato dei governatori della Comunità Europea, Presidente del Fondo europeo di cooperazione monetaria, vicepresidente della Banca dei Regolamenti InternazionaliPresidente del Gruppo Consultivo per la competitività in seno alla Commissione Europea, Presidente del comitato interinale del Fondo Monetario Internazionale.

L'intervista di Giuseppe Spinelli al dottor Alessandro Govoni:

"Comuni italiani, uno su sei con mutui agganciati a Derivati"

Dott. Govoni, da alcune sue dichiarazioni, le quali hanno suscitato in me una curiosità giornalistica, ho potuto apprendere di un’ulteriore “Spada di   Damocle” in questo caso da parte degli Istituti Finanziari nei confronti degli Enti Territoriali, quindi di noi cittadini.

Cosa sta succedendo?

Sarà un vero piacere dare questo servizio, questo per il bene comune e per il diritto alla verità, proprio come lei ha anticipato.

A riguardo diciamo che i mutui possono essere sottoscritti dai Comuni, quando questo accade, si aderisce a finanziamenti bancari, specialmente per le grandi città, di milioni di Euro.

Faccio un esempio: il Comune di Torino mediamente ha fatto mutui di 300 milioni di Euro, a questi, grazie a un’operazione politica del 2001 che invogliava a sottoscrivere insieme al finanziamento contratti di Derivati agganciati a singoli o a più contratti di mutui, gli stessi successivamente si sono rivelati vere e proprie truffe contrattuali.

Il Comune, nel sottoscrivere questo ulteriore contratto di Derivati, si esponeva ad altri esborsi che si sommavano  al pagamento di interessi.

Questo effetto domino di pagamento di interessi ha provocato, provoca e continua a provocare, se non si dovesse intervenire,  una perdita economica, da parte dell’Ente, rilevante. Sostanzialmente se il Tasso è il 5%, con la perdita sul derivato, alla scadenza semestrale il totale pagato si aggira intorno al 12/ 13 % oltre soglia in questo caso, proprio dovuto alla perdita tra il 6/7% sui derivati.

Dalle sue affermazioni tecniche, queste le ha chiamate truffe contrattuali, come si sono concretizzate e come sono state scoperte?

Sembra molto complicato ma le posso assicurare che è tutt’altro, hanno realizzato delle scritture contrattuali incomprensibili.

Provi a immaginare un Assessore al Bilancio nel 2001, al quale gli viene data la possibilità di sottoscrivere un contratto su Derivati autorizzato dallo stesso governo dell’epoca presentato come l’Eldorado da sfruttare, un’opportunità certa.

Quel periodo sembrava la rincorsa all’oro, le Multinazionali Finanziarie contattarono tantissimi Enti Territoriali per farli aderire, alla fine risultano ad oggi un Comune su sei impelagato in queste storie di truffe legalizzate, vuol dire avere in pancia queste situazioni debitorie, le quali pesano sul debito pubblico italiano per svariati miliardi di euro, addebitate sul Conto Corrente dei Comuni vittime e prelevati con RID.

Ho avuto esperienza diretta quando con la Commissione Finanze, della quale facevo parte (primo Governo Conte, come Tecnico Indipendente), ci recammo proprio presso il Comune di Torino per farci consegnare i Contratti Dei Derivati.

L’Assessore al Bilancio dell’epoca Sergio Rolando non è riuscito a darceli, perché non esisteva nessun tipo di documento che trattasse questo argomento.

Mentre quello che accadde al Comune di Milano fu differente, all’epoca la Carica di Sindaco era occupata dalla Dott.ssa Letizia Moratti, la quale sollecitò su sua iniziativa la Guardia di Finanza, perché si era vista nel Bilancio dell’Ente Contratti di Derivati agganciati a mutui, che arrecavano decine di milioni di euro prelevati con RID dal Conto Corrente dello stesso tutto in automatico.

I Militari fecero accesso agli uffici comunali preposti, subito si resero conto che non esisteva nessun tipo di contratto che potesse giustificare il versamento di somme di denaro pubblico.

Dopo questa scoperta la Guardia di Finanza dispose il sequestro di importanti documenti, da dove risultava la diretta partecipazione di Fondi Finanziari Esteri con sedi presso Banche italiane.

La difficoltà che emerse subito fu riscontrata nella lettura di questi contratti, le incongruenze letterarie con parole spesso intraducibili in italiano e senza nessun significato spiegabile.

Alla luce di questa realtà a dir poco sconvolgente, cosa si può per risolvere il problema da parte di quei Comuni, tanti, per svincolarsi da queste “piovre contrattuali?”

Sulla base della Sentenza n°2188/2021 del Tribunale di Roma, la quale ha statuito, insieme a altre 40 Sentenze successive di vari Tribunali italiani, che nella formula della rata del piano di ammortamento vi è l’algoritmo dell’interesse composto, il quale risulti non contrattualizzato determinante per un maggiore addebito per il mutuatario e viceversa, maggiore arricchimento per la Banca, questo maggiore addebito deve essere percentualizzato, sommato al Tasso e se dovesse superare la soglia legale, si deve effettuare un ricalcolo degli interessi non dovuti rispetto al Tasso Bot, da questo i Comuni potrebbero usufruire di importanti restituzioni di interessi non dovuti da utilizzare per una nuova rimodulazione dello stesso, oppure se il contratto fosse estinto l’Ente avrebbe diritto al rimborso degli interessi non dovuti.

Inoltre, come anticipato, se al Mutuo è agganciato un ulteriore contratto di Derivati in base alla Sentenza della Cassazione a Sezioni unite la n° 8770/2020, che dice, se il costo occulto del contratto Derivato non è indicato nello stesso, il contratto è totalmente nullo.