I dati Istat scatenano l`inferno

Il tasso d`inflazione a dicembre, su base annua, è rimasto stabile al 3,3%, lo stesso valore già registrato a novembre. Lo rileva l`Istat nelle stime provvisorie, che indicano un aumento dei prezzi su base mensile dello 0,4%. A dicembre l`inflazione di fondo, calcolata al netto dei beni energetici e degli alimentari freschi, è stabile al 2,4%. Mentre al netto dei soli beni energetici, il tasso di crescita tendenziale dell`indice dei prezzi al consumo scende al 2,3% dal 2,4% di novembre. La stabilizzazione dell`inflazione a dicembre, spiega l`Istat, deriva dalla lieve riduzione del tasso di crescita tendenziale dei prezzi dei beni (+3,9%, dal +4,0% di novembre), compensata dall`aumento di quello dei servizi (+2,5%, dal +2,4% del mese precedente). Nel mese di dicembre, si rilevano tassi tendenziali di crescita dei prezzi al consumo stabili, o in lieve rallentamento, per quasi tutte le tipologie di beni e servizi.

Da un punto di vista settoriale, i due più importanti effetti di sostegno alla dinamica dell`indice generale derivano dagli aumenti su base mensile dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (+2,9%) e dei servizi relativi ai trasporti (+1,6%). Inoltre, sempre sulla base delle stime preliminari, l`indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) aumenta dello 0,3% su base mensile e del 3,7% su base annua (lo stesso valore registrato a novembre). Guardando i diversi settori, a dicembre si registra un forte aumento congiunturale dei prezzi dei trasporti (+1,7%), invece risultano in calo i prezzi dei servizi ricettivi e di ristorazione (-0,4%), dei servizi sanitari e spese per la salute e delle comunicazioni (per entrambi -0,2%). Su base annua i maggiori tassi di crescita interessano i trasporti (+7,1%), l`abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+6,3%) e le bevande alcoliche e tabacchi (+6,0%). I prezzi delle comunicazioni risultano in flessione (-2,0%). 
 
Il tasso d`inflazione medio annuo per il 2011 è invece pari al 2,8%, in sensibile accelerazione rispetto all`1,5% del 2010. Si tratta del valore medio annuo più alto dal 2008 (+3,3%).
L`indice armonizzato dei prezzi al consumo per i Paesi dell`Unione europea (Ipca), che tiene conto anche delle riduzioni temporanee di prezzo come saldi e promozioni, registra un tasso di crescita medio annuo per il 2011 del 2,9%. Anche in questo caso si tratta del valore medio annuo più alto dal 2008.
 
A dicembre si sono registrati forti rialzi congiunturali dei prezzi di tutti i carburanti: la benzina è aumentata dell`1,9% su novembre, mentre il relativo tasso di crescita tendenziale scende al 15,8% (dal 16,6% di novembre). Il prezzo del gasolio per mezzi di trasporto ha segnato un rialzo congiunturale del 5,6% ed è cresciuto su base annua del 24,3% (dal 21,1% di novembre). Si tratta dell`aumento tendenziale maggiore dal luglio del 2008.
 
A dicembre l`Istat ha registrato, sempre in base alle stime provvisorie, forti rialzi congiunturali anche per i prezzi del trasporto aereo passeggeri (+18,3%), cresciuti su base tendenziale dell`8,7%. Intanto, non si ferma l`impennata dei prezzi per il caffè, salito del 16,8% su base annua (+0,6% su novembre). Sempre sul fronte alimentare hanno segnato aumenti annui consistenti anche lo zucchero (+17,2%) e il cioccolato (+4,1%). Le vacanze di fine anno hanno anche pesato sui rialzi congiunturali dei pacchetti vacanza (+6,9%), che, però, rispetto allo scorso anno risultano in calo (-3,1%). L`Istat ha segnato un aumento rilevante su novembre pure per i prezzi delle pensioni (+4,5%). In controtendenza alberghi e motel che hanno fatto registrare su base mensile una diminuzione del 2,3%. Nel comparto energia, oltre a benzina e diesel, crescono anche i prezzi del gasolio per riscaldamento (+2,1% su novembre e +16,8% su dicembre 2010). 
 
«L`inflazione si attesta al 2,8% nel 2011 e se è la più alta dal 2008 lo si deve soprattutto a due voci: trasporti (6,2%) e costi legati all`abitazione (5,2%). Questo - secondo la Confesercenti - vuol dire che il balzo è stato causato da accise, bollette e conseguenze delle manovre come il rialzo dell`Iva». Il senso di responsabilità delle imprese ha fatto da moderatore, ma è indubbio - prosegue la confederazione del commercio e delle pmi in una nota - che pesa molto sulla domanda interna il disagio economico sempre più acuto nel quale si dibattono le famiglie. Basti ricordare che in un recente nostro sondaggio nel 2011 il 38% dei nuclei familiari ha dichiarato di non riuscire ad arrivare alla fine del mese, una quota in crescita del 10% rispetto al 2010. Ecco perchè occorrono al più presto misure per lo sviluppo ed un sostegno convinto alle Pmi che sono il vero motore della ripresa». 
 
A gennaio, «dopo tutti gli aumenti verificatosi con il nuovo anno, ci sarà un`inflazione record, che potrebbe arrivare a toccare il 3,6%. Un valore che, tradotto in termini di costo della vita ed al netto dei futuri aumenti delle tasse introdotti dalla manovra Monti, dall`Imu all`Iva, significa una stangata da 1.059 euro per una famiglia media». È quanto prevede il Codacons, commentando i dati Istat sui prezzi al consumo di dicembre.
Per il Codacons un`inflazione al 3,3%, su base annua, rappresenta un «fatto molto negativo, dato che ci si attendeva, dopo gli arrotondamenti dei prezzi verificatisi a settembre per via dell`aumento dell`Iva e proseguiti poi per tutto il mese di ottobre, che almeno a dicembre i prezzi rimanessero fermi». E per gennaio, secondo l`associazione a tutela del consumatore, dovremmo aspettarci dei peggioramenti. «Ecco perchè il Codacons aveva chiesto al Governo di stoppare tutti gli aumenti delle tariffe pubbliche. È inaccettabile, infatti, che - spiega in una nota - gli stipendi dei dipendenti pubblici siano fermi per tre anni, le pensioni non siano indicizzate, ma poi si adeguino all`inflazione tutte le tariffe pubbliche, da quelle autostradali al canone Rai, dalla luce al gas». Quindi il Codacons, «chiede al Governo di fare qualcosa, invece di restare alla finestra ad assistere indifferente mentre le famiglie sono massacrate dal carovita».
 
Per effetto dell`aumento da record dei prezzi, la spesa per trasporti, combustibili ed energia elettrica delle famiglie italiane ha sorpassato nel 2011 quella per gli alimentari (19,1% contro 19%). Lo evidenzia la Coldiretti, sulla base dei dati Istat. A fronte dell`aumento record dei prezzi di trasporti, combustibili ed energia, l`innalzamento del prezzo degli alimentari si sarebbe attestato ad un valore inferiore all`inflazione (2,4%). Solo a dicembre 2011 (rispetto al mese precedente) la benzina avrebbe subito un aumento del 15,8%, il gasolio da autotrasporto del 24,3%, quello da riscaldamento del 16,8%, i trasporti aerei passeggeri del 18,3%, i marittimi e ferroviari del 9,8%. A causa di questi rincari il costo per trasporti, combustibili ed energia elettrica è stimato complessivamente al 19,1% della spesa totale familiare, contro il 19% di quella per cibo e bevande. Un sorpasso che, per Coldiretti, potrebbe creare il rischio di un diffuso aumento di consumi di cibo a basso prezzo, cui può corrispondere anche bassa qualità e rischi per la salute.
 
Il caro carburanti si riflette sui prezzi dei prodotti alimentari (+2,9% a dicembre su base annua) e costringe una famiglia su tre a tagliare i propri consumi a tavola, già penalizzati dal perdurare della crisi economica (-0,5/-1,5% vendite agroalimentari nello scorso anno): lo evidenzia la Confederazione italiana agricoltori (Cia) commentando i dati provvisori dell`Istat sull`inflazione. Nonostante la lieve frenata dei listini agroalimentari rispetto a novembre scorso (l`aumento tendenziale era di 3,1%), grazie soprattutto alla diminuzione dei prodotti non lavorati, in particolare la frutta fresca (-2,4% in termini congiunturali, -0,3% in termini tendenziali), i prezzi sugli scaffali, avverte la Cia, hanno subito gli effetti deleteri dall`impennata dei carburanti, anche perchè oltre l`80% dei prodotti agricoli viaggia da campo alla tavola con l`autotrasporto su gomma. A pagare di più l`aumento sono stati i consumi domestici di pane, pasta, carni bovine, prodotti ittici, frutta e vini. E così lo scorso anno, sostiene la Cia, una famiglia su tre ha tagliato la propria spesa, tre su cinque ha modificato il proprio menù quotidiano e oltre il 30% è stato obbligato a comprare prodotti di qualità inferiore. Analoga la percentuale di chi si rivolge ormai esclusivamente alle «promozioni» commerciali, mentre parallelamente sono cresciuti gli acquisti presso gli hard-discount. E l`agricoltura è costretta a pagare due volte: a ottobre, prosegue la Cia, si sarebbe registrato un aumento del 7,6% del costo dei carburanti, mentre, secondo le prime stime, la `bolletta petroliferà 2011 per il settore agricolo dovrebbe lievitare di più del 35% rispetto all`anno precedente. Da qui la rinnovata richiesta al Governo di un bonus per il gasolio agricolo.
 
Il tasso d`inflazione in un anno «è quasi raddoppiato», a «causa e colpa della lievitazione anomala dei prezzi dei carburanti più volte da noi contestata». Così il segretario generale dell`Adiconsum, Pietro Giordano, commenta i dati diffusi dall`Istat. L`aumento delle accise e dell`Iva, prosegue Giordano, «pesa enormemente su tutta la filiera dei prodotti trasportati su gomma, oltrechè sull`aumento dei servizi come ad esempio il trasporto aereo». Per l`Adiconsum, quindi, «non è possibile che il Governo continui a rastrellare risorse per coprire il debito pubblico aumentando accise e tassazione, a loro volta incrementate anche da parte di alcune Regioni». A riguardo il segretario generale dell`organizzazione «reputa indispensabile e urgentissima la convocazione da parte del Ministero dello Sviluppo Economico di un tavolo concertativo con petrolieri e associazioni consumatori per trovare soluzioni che ridimensionino i prezzi dei carburanti ormai schizzati alle stelle».
 
La variazione media annua registrata dai prezzi dei trasporti per il 2011, in aumento del 6,2%, rappresenta il rialzo maggiore dal 1996, ovvero da 15 anni. È quanto emerge dai dati Istat, in base a stime provvisorie. La divisione trasporti include l`acquisto di mezzi di trasporto, le spese di esercizio dei mezzi di trasporto (come carburanti e lubrificanti per mezzi di trasporto privati) e i servizi di trasporto (come trasporto passeggeri su rotaia, su strada, trasporto aereo passeggeri).
 
L`aumento dell`inflazione in Italia su base annua, stimata oggi dall`Istat, «testimonia lo stallo delle condizioni economiche di base, aggrava ancora di più la situazione e non fa prevedere un miglioramento dell`economia nel nostro Paese». È quanto afferma il segretario confederale della Uil, Antonio Foccillo. L`inflazione, però, spiega il sindacalista, «non giustifica da sola il prolungato rallentamento economico che stiamo attraversando, che è favorito anche dalla staticità delle retribuzioni contrattuali e dalla conseguente stagnazione dei consumi». Secondo Foccillo «il problema principale rimane la salvaguardia dell`occupazione e il miglioramento del potere d`acquisto dei lavoratori e dei pensionati ma, vista la situazione finanziaria, l`indecisione e la sottovalutazione di questi problemi da parte della politica, inizia a palesarsi anche la preoccupazione sulla salvaguardia del risparmio». Per il sindacalista «non sono, pertanto, più rinviabili misure per il rilancio dell`economia». Inoltre, sottolinea, «è questo il momento per effettuare quella `spending review`, finora mero esercizio retorico».
 
Confcommercio guarda infine con timore alle stime sull`inflazione diffuse oggi dall`Istat. «A preoccupare è l`eredità lasciata dal 2011 al 2012 pari all`1,3%«, spiega l`Ufficio Studi di Confcommercio. Anche alla luce degli aumenti già decisi per gennaio, delle tensioni in atto sulle materie prime petrolifere, acuite dal deprezzamento dell`euro, e dei possibili ulteriori aumenti dell`Iva», sottolinea l`Ufficio Studi, «è possibile ipotizzare come anche nell`anno appena iniziato l`inflazione continuerà a registrare tassi d`incremento abbastanza elevati. E questo rischia di acuire le difficoltà di famiglie e imprese nella già difficile fase di congiuntura economica che il Paese sta vivendo». Inoltre, per Confcommercio, «le dinamiche inflazionistiche italiane continuano ad essere condizionate dall`evoluzione dei prezzi relativi ai prodotti energetici e, più in generale, a tutto il segmento del trasporto». L`incremento dello 0,4% registrato nell`ultimo mese dell`anno è infatti «imputabile in misura quasi esclusiva alle dinamiche registrate da questo comparto, riflettendo l`ennesimo aumento dell`accisa sui carburanti ed alcuni fattori stagionali».
 
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