I trend mondiali dell`industria manifatturiera. Ecco dove trovare lavoro...

Deloitte, in occasione del World Economic Forum, ha presentato il nuovo studio sull’industria manifatturiera mondiale dal titoloManufacturing for Growth in cui raccoglie le opinioni di oltre 70 CEO del settore e fa il punto su ciò che è emerso nei più importanti meeting internazionali. Dal report è emerso come la politica rappresenti un fattore chiave in grado di creare vantaggi o addirittura svantaggi per il settore. Le urgenze identificate dai key player del settore sono state: (i) semplificazione fiscale, (ii) tutela della concorrenza e (iii) sviluppo di una politica energetica sostenibile. Lo studio si concentra sui sei Paesi scelti per rappresentare i colossi storici del manifatturiero: da una parte Stati Uniti, Germania e Giappone e, dall’altra, le nuove ed emergenti economie industrializzate come Cina, India e Brasile.   Gli Stati Uniti riusciranno a ritornare ad avere un settore manifatturiero di alto livello se saranno in grado di abbassare l’imposizione fiscale che grava sulle imprese insieme all’implementazione di efficaci strategie per la sostenibilità ambientale e la creazione di forza lavoro altamente qualificata.     la Germania, attraverso gli investimenti in innovazione e nelle nuove tecnologie è stata capace di mantenere un settore manifatturiero prospero in questi anni, ma deve ancora affrontare le sfide in materia di energia, costo della manodopera e dei materiali.     Il Giappone deve fare i conti con una popolazione in calo, la presenza di una tassazione elevata e l`accesso limitato alle risorse naturali. Per rimanere competitivi il governo giapponese dovrà sviluppare politiche monetarie in grado di facilitare la stabilizzazione dei tassi di cambio e di contenere l`inflazione.     La Cina, pur essendo diventata prima potenza manifatturiera mondiale, è ancora indietro dal punto di vista delle politiche energetiche e ambientali richieste dal proprio sistema sanitario nazionale e dai propri cittadini.     L’India prevede di creare oltre 100 milioni di nuovi posti di lavoro entro il 2025 e incrementare il peso del settore manifatturiero sul Pil del 25%. Sarà necessario ridurre le restrizioni vigenti sul lavoro, investire in infrastrutture e rendere più flessibili le politiche di apertura del Paese verso gli investitori stranieri.     il Brasile avrà bisogno di concentrarsi sullo sviluppo dei talenti, dell’innovazione e dell’istruzione scientifica e tecnologica. Sono auspicabili investimenti in progetti infrastrutturali che possano migliorarne la logistica e il trasporto e in energia pulita e sostenibile.   “Per quanto riguarda l’Italia - afferma Valeria Brambilla, Partner Deloitte e esperta del settore manifatturiero- si conferma una situazione complessa, contraddistinta da difficoltà ma anche opportunità. Citando le recenti parole del Presidente di Confindustria, sono convinta che non ci sia più tempo, il  rilancio dell’economia nazionale deve essere l’obiettivo primario nelle strategie per la salvaguardia della competitività, delle eccellenze italiane, dell’occupazione. Infatti qualità, disponibilità e produttività della forza lavoro erano e rimangono i fattori chiave in grado di pilotare i programmi di innovazione delle aziende. Senza il sostegno dei progetti di crescita, innovazione e internazionalizzazione delle imprese italiane è impossibile tornare a creare occupazione e sarà difficile costruire il futuro del Paese stesso: oggi più che mai le azioni politiche risultano cruciali per il rilancio dell’industria manifatturiera nazionale, sempre più aggredita dall’avanzata dei mercati emergenti”.

I trend mondiali dell`industria manifatturiera. Ecco dove trovare lavoro...