INGABBIATI A META'. TRA MINIMI E MASSIMI...

INGABBIATI A META'. TRA MINIMI E MASSIMI...

Milano, 3 dicembre 2022. Di Fabrizio Brasili, esperto di Scenari e Mercati Finanziari

Dati e risposte spesso condrattitorie, stanno ancora condizionando un sempre più complicato mercato, anche per gli stessi analisti.

I mercati USA (ed Asiatici), rimangono sempre ingabbiati alla fin  fine, quasi esattamente a metà dei minimi e massimi degli ultimi 12 mesi.
Se vogliamo in un laterale, che prima o poi dovrà pur esprimersi circa la direzionalità da prendere.
In dettaglio...il Dow, quello più facile da pilotare e sostenere, è leggermente sopra detta metà, mentre gli altri 3, SP500, Russell 2000 e soprattutto Nasdaq, sono, in questo ordine, più vicini ai minimi che ai massimi.
Questa situazione di apparente stallo, in realtà e fazioni opposte che si stanno dando battaglia, ad ogni pur debole notizia proveniente dal mercato, dall' economia e dalla politica.
Il giro anno e i primi mesi del 2023, ci diranno qualcosa di più su quanto potrà accadere negli USA, con i due cross euro dollaro e dollaro yen, influenzati dalle politiche  monetarie di FED, BCE e BOJ.
Noi pensiamo che l' uscita da questa situazione di stallo, anche se porterà aumenti dei tassi USA, più vicini allo  0,25/50% che allo 0,75%, ed anche più diradati, porterà un brusco ridimensionamento dei mercati sia dell' Equity che dei Bond, (in minor misura, questi ultimi).
Già ora, e da mesi rendimenti dei Treasury si sono invertiti (più alti quelli a 3 anni rispetto ai 10 anni, ed in assoluto ancora meglio quello che noi consigliamo ai nostri lettori abbonati  e cioè il Treasury a 2 anni.
Quest' ultimo rende ora poco meno del 4,3 %, ma con un dollaro (contro euro) poco sopra agli 1,05, e quindi con un netto indebolimento della moneta USA, dai minimi di 0,9550.
Prima dell'estate lo scrivevamo proprio nei termini temporali, prima rafforzamento e poi un molto lento indebolimento....
Previsioni per la prossima settimana, ancora in range laterale, mentre, con lo sguardo subito oltre, con la riunione e conferenza stampa FED e parzialmente scontato aumento dei tassi.
Soprattutto se dovesse essere ancora di 0,75%, qualcosa si potrebbe già muovere al ribasso. Subito dopo le scadenze tecniche più importanti dell' anno, potrebbero dare un ulteriore indirizzo e spinta al trend principale che rimane tendenzialmente negativo.
Sempre per effetto domino DAX e CAC ancora in fotocopia agli USA.
Ftsemib
Qui si intravedono già i primi segnali di stanchezza, proprio dal settore che aveva più influito sul recupero tecnico da manuale del nostro mercato (Fibonacci docet).
Quello finanziario, con in testa i primi due della classe, Intesa ed Unicredit, mentre più resistenti BancoBpm e BPER, sempre in odore di M&A. Del resto il nostro listino è e rimane Bancocentrico, nel bene e nel male, e come tale ne risente, anche con solo un paio di titoli.
Previsioni a breve termine e condizionati nelle prossime due settimane, a partìre da oggi (per chi ci legge), ritorno sui 24200/300 ed attacco dei successivi supporti di 23800/900.
Poi FED e scadenze tecniche potrebbero fare il resto, in range fino a 22500/600 - 22800/900.
Ma questo e' un altro discorso e ci sarà tempo per approfondire.
Intesa,&Unicredit
Qui siamo stati, nelle precedenti interviste e nelle quotidiane lettere ai nostri lettori abbonati, ancora più precisi.
Indicando l' inizio di un timido primo accumulo in area 2,10/2,12 di Intesa, livello toccato proprio nella prima metà  della scorsa settimana, con una copertura opzionaria, poco sopra ed individuata nei massimi di periodo raggiunti a 2,15/2,20 
Poi, sempre a piramide rovesciata, un intervento più corposo, posto in area tecnica supportale posta a 2,08/9, livello toccato, ed anzi leggermente superato, nella seconda parte della  settimana.
Per questo secondo intervento già suggerito ai nostri lettori abbonati, appunto, giovedì e venerdì, coprire con opzioni, sempre con lo stesso strike di 2,20 ma con scadenza più lunga.
Per UniCredit, in questo momento meno reattivo e con obiettivi di aggregazione ed operazioni che Intesa ha già fatto da tempo, preferiamo per lo meno attendere.
Mediolanum&Banca Generali
Pur confermando che i prezzi dei titoli del risparmio gestito, ci paiono tutti ancora per lo meno un po' "tirati" e che se mai possiamo mantenere sulla torre solo e sempre il numero uno, come per Intesa, e cioè Fineco, preferiamo puntare sul meglio impostato graficamente, e cioè Mediolanum.
Se rotti in velocità molto meglio, gli 8 euro, possiamo vedere il titolo nel breve  termine anche poco sotto e  sui massimi degli ultimi 12 mesi (9,31) e pervenire  nel medio termine anche poco sopra  i 9,50 euro (9,60/80).
Per Banca Generali, preferiamo attendere, dopo anche i vari e ripetuti "scivoloni" da inizio estate  a fine autunno che hanno portato il titolo finanche ai 24 euro.
Per noi, a certi prezzi, stanno uscendo anche  degli azionisti che reputano il prezzo congruo, pur essendo molto lontano dai 40  euro toccati solo negli ultimi 12 mesi.
Troppo volatile.
Sui frequenti  strappi meglio alleggerire e se mai rientrare. Astenersi comunque, per il momento, per chi non ha il titolo in portafoglio.