La `balena` londinese che fa tremare le gambe a JP Morgan

La `London Whale`, la Balena londinese, si sta rivelando un vero terremoto per la banca Usa JP Morgan.

Il veterano Carl Levin, il democratico che presiede la sottocommissione investigativa del Senato Usa, in un`arringa di 6 ore, ha accusato la banca d`affari di aver ingannato gli investitori e di aver nascosto alle autorita` la maxi-perdita da 6 miliardi di dollari, legata alle scommesse sui derivati della filiale londinese. Levin ha parlato dopo aver ascoltato i top manager della banca e, in un passaggio del suo intervento, ha puntato il dito contro il potente amministratore delegato dell`istituto, Jamie Dimon, che non ha partecipato alle audizioni, accusandolo di aver chiesto ai suoi dipendenti di tenere all`oscuro le autorita` di controllo su quanto avveniva sulle scommesse sui derivati. L`affare London Whale rischia ora di diventare un siluro contro uno dei banchieri piu` importanti d`America, uno strenuo avversario della cosiddetta `Volcker Rule`, la regola proposta dall`ex presidente della Fed che limita drasticamente l`attivita` speculativa delle banche di deposito, vietando il proprietary trading e proibendo a una banca di deposito di controllare hedge fund o private equity.

Ieri, dopo un`inchiesta durata 9 mesi, davanti a Levin e ai senatori Usa, hanno testimoniato per 4 ore Ina Drew, ex capo dell`investment office di JP Morgan, dimessasi proprio per in seguito alle rivelazioni sulle maxi-predite del London Whale, e Dough Braunstein, capo della divisione investment banking di JP Morgan. Entrambi si sono difesi, la prima sostenendo di aver diligentemente gestito le operazioni finanziarie e il secondo affermando di aver accuratamente informato gli investitori sui rischi che correvano. Levin ha accolto con scetticismo le loro testimonianze e poi ha sparato bordate durissime contro i controlli effettuati dalla banca e contro l`atteggiamento tenuto dai suoi vertici, Dimon incluso. I senatori hanno presentato un rapporto di 300 pagine, dal quale emerge che queste scommesse sono iniziate nel 2006 e che nel 2011, per un breve periodo, Dimon, preoccupato per l`andamento della situazione, avrebbe chiesto ai vertici della banca di investimento di non fornire informazioni alle autorita` di controllo che le richiedevano. Dimon quindi ne esce malissimo.

L`amministratore delegato infatti, dopo aver ricevuto informazioni allarmatissime da Londra sulle perdite sui derivati e dopo aver avvallato quelle scommesse nonostante sapesse che gli hedge fund gli stavano scommettendo contro, nell`aprile 2012 ha minimizzato con Braunstein, la significativita` delle posizioni assunte nel portafoglio crediti di JP Morgan.

`E` evidente - si legge nel rapporto del Senato - che Dimon quando ha fatto il comunicato era gia` in possesso di informazioni sull`entita` e la complessita` del portafoglio SCP, sulle sue perdite sostenute nei tre mesi precedenti, sull`esponenziale aumento di queste perdite a marzo e sulle difficolta` che incontrava la banca a uscire da queste posizioni`. Intanto la Sec, la Consob Usa, e l`Fbi hanno aperto le indagini su questo incidente.

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