L'ESERCITO ISRAELIANO SI RITIRA DA KHAN YOUNIS

L'ESERCITO ISRAELIANO SI RITIRA DA KHAN YOUNIS

Redazione, 8 aprile 2024.

Nei primi periodi di guerra successivi all'attacco di Hamas, l'esercito israeliano aveva "suggerito" ai palestinesi di cercare riparo nella regione di Khan Younis, mentre si dedicava all'opera di distruzione e morte nel nord della Striscia di Gaza.

Poco dopo, il suggerimento si rivelò una balla mortale, con l'IDF che, nella sua progressiva avanzata, da nord a sud della Sriscia, inseguiva con i bombardamenti, i palestinesi in fuga.

La CNN ha riferito di un lancio di volantini sulla città di Khan il primo dicembre scorso, con i quali i militari israeliani intimavano l'immediata evacuazione della città nel corso di un contestuale raid aereo.

Il raid era la dimostrazione concreta ed immediata del rischio di morte per i palestinesi che avessero deciso di non evacuare.

Ciò che resta della città di Khan Yonuis è un cumulo gigante di macerie, palazzi completamente distrutti o gravemente compromessi tanto che, nella gran parte, non sarà possibile rimetterli in sicurezza.

Per l'IDF, la città è o era una roccaforte di Hamas che vi avrebbe edificato una rete di tunnel sotterranei.

Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha fatto un bilancio positivo dell'intervento militare a Khan con le forze israeliane che avrebbero distrutto “obiettivi nemici, magazzini, armi, tunnel attrezzati sotterranei, quartier generali di Hamas, sale di comunicazione”.

Ieri, le forze di difesa israeliane hanno dichiarato che la  98a divisione aveva “concluso la sua missione” a Khan Younis e che stava sbaraccando per riposarsi e prepararsi a nuove operazioni.

Ieri, prima di ritirarsi, uomini dell’IDF raccolti in due unità, sono entrati nel  quartiere Al-Amal e in un tunnel, pare abbiano fatto fuori alcuni "terroristi", giustiziati all'istante, dando per certo che fossero colpevoli. 

Non solo via da Kahn, ma la 98ma divisione, la maggiore preparata per combattere contro Hamas, dovrebbe lasciare l'intero territorio di Gaza, per andare dove e per fare cosa contro chi, non si sa.

Può darsi che questa ritirata sia un primo effetto della crescente pressione internazionale contro Israele e contro l'attuale primo ministro in particolare, schiacciato anche dalla pressione contraria interna.

Netanyahu ha già tirato troppo la corda e sta per spezzarsi ribaltandogli contro possibili sanzioni comminate dalla comunità internazionale.

Oltre la reazione iraniana che si prepara e attaccherà senza preavviso.

Anche gli USA sono spinti verso maggiore prudenza, pur essendo i migliori alleati di Israele anche con l'attuale leadership così ampiamente discussa e hanno posto un aut-aut che sembra definitivo con Biden che chiede maggiore attenzione verso i civili palestinesi minacciando, altrimenti,  sanzioni.

Confermato, nei piani di Israele, il progetto di invasione di Rafah, l'area più a sud di Gaza, confinante con l'Egitto e che ha raccolto più di un milione di rifugiati palestinesi.

Per Israele, un'incursione a Rafah è essenziale per raggiungere il suo obiettivo di eliminare Hamas da Gaza.

La squadra della CNN presente a Khan Younis, non ha ancora visto un gran numero di truppe ritirarsi, mentre conferma l'uscita di un gran numero di carri armati da Khan Younis durante la notte scorsa.

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