L`Europa volta pagina

Le Borse volano e festeggiano la fine dell`incubo. Salgono di più le banche che hanno un portafoglio pieno di titoli di stato e le grandi società con debiti consistenti (es. Enel e Telecom). L`indice Ftse All-shares è tornato a sfiorare quota 17mila.

E` possibile che, oltre alla prevista reazione tecnica, vi sia un eccesso di euforia perché il cammino della ripresa, dopo venti anni buttati al vento, è ancora lungo e irto di ostacoli poiché occorre rispettare la road map delle condizioni europee. Però il quadro di riferimento ha compiuto una svolta di 180 gradi. Di certo, Mario Monti si è tolto un sassolino dalla scarpa quando ha ricordato ieri che l`Italia non ha un euro di debito verso l`Eurozona ma, al contrario, ha partecipato con 45 miliardi di euro al salvataggio di Irlanda, Portogallo, Grecia e al finanziamento delle banche spagnole. L`Italia - ha detto- è sulla via della ripresa. Monti ha ricevuto gli elogi in diretta del presidente della Commissione Barroso. Anche il Presidente Napolitano ha rilanciato il concetto espresso dalla Banca d`Italia secondo cui lo spread, riferito ai fondamentali dell`economia italiana, non dovrebbe superare quota 200 punti rispetto al Bund decennale cioè trecento punti in meno rispetto alla punte registrate nelle passate settimane. Ieri, dopo l`annuncio di Draghi sugli interventi della Bce`senza limiti` sui titoli sovrani da uno a tre anni, circa 500 miliardi su un totale di 1636 per l`Italia e 250 miliardi per la Spagna, lo spread è sceso sotto 350 basis points. Ciò misura quanto la politica tedesca, volta solo a tutelare i propri vantaggi, abbia danneggiato le imprese italiane. Un differenziale intollerabile. Insomma, tutta l`Europa ha capito - come dimostra il voto quasi unanime della Bce - che la speculazione dei mercati era non solo ingiusta ma era stata alimentata dai continui stop tedeschi. La Casa Bianca, il cui appoggio (insieme alla Fed) è stato determinante, ha accolto con un sospiro di sollievo le decisioni della Bce. Il successo di Draghi, ancora più significativo alla luce del voto contrario della Bundesbank, è stato salutato da un rafforzamento dell`euro sul dollaro oltre quota 1,27. Anche la volatilità azionaria è scesa a quota 27,46 rispetto a 33,62 di appena un mese fa dando un`idea chiara sulle aspettative dei mercati. Per la Merkel, ad un anno dalle elezioni in Germania, la situazione si fa più difficile anche perché con le sue incertezze ha di fatto alimentato un clima di sfiducia verso l`euro presso l`opinione pubblica tedesca. Ora, fare marcia indietro sarà più difficile e costoso. Al tempo stesso, il lungo dibattito sulla crescita e sugli sprechi della casta ha rimescolato la politica italiana. Non a caso, al convegno di Cernobbio (cui era presente Prodi), un sondaggio tra i presenti ha registrato il voto quasi unanime per un governo Monti bis dopo il rinnovo delle Camere nel marzo prossimo.

Scritto da Guido Colomba, membro del Direttivo AssoFinance – Direttore responsabile “The Financial Review”.

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