Lo Stato non crea lavoro

Il Governo ha emanato il Decreto Legge n. 76 del 28/6/2013, sull`occupazione, per non cambiare nulla in una legislazione da 50 anni statalista e liberticida, mantenendo 18 tipi di contratto di lavoro. Andrebbero aboliti tutti, perché solo uno è utile: quello che riconosce la libertà alle parti di stipulare i contratti a termine che desiderano.

Lo Stato non crea lavoro


Il provvedimento è dannoso all`occupazione, persevera sulla linea della burocrazia e dei divieti, crea complicazioni e vincoli, illude con sgravi contributivi. E` bene, invece, che ogni lavoratore sia libero di regolare il proprio rapporto di lavoro come meglio crede, a tempo determinato o indeterminato, sia nel settore privato, sia in quello pubblico. E` bene non intralciare le aziende, perché soltanto esse creano la ricchezza che, sotto forma di tributi, finanzia lo Stato.

Lo Stato è incapace di creare reddito. I privati lo fanno, se sono liberi.

Propongo la reintroduzione nel codice civile dell`esemplare articolo 2097. Esso, che ha permesso la piena occupazione ed il benessere, è stato abrogato nel 1962, segnando l`inizio della decadenza dell`economia italiana.

Per risolvere, con lungimiranza, la mancanza d`entrate di cui soffrono coloro che non hanno lavoro, è opportuno riconoscere a tutte le persone fisiche, di cittadinanza italiana, il diritto alla disponibilità di un minimo vitale, sulla base della dichiarazione annuale dei redditi.

I giovani che studiano sono meritevoli, si laureano e si trovano disoccupati. Le attese di questi giovani sono frustrate perché i posti di lavoro qualificato sono pochi e non tendono ad aumentare. Pochi potranno dedicarsi ad un`attività in proprio, perché non c`è bisogno di tanti imprenditori. E` ragionevole riservare ai laureati una possibilità in più.

Articolo unico
Comma 1 L`art. 2097 del codice civile è costituito dal seguente testo:
Le parti stabiliscono le regole del contratto di lavoro.
Comma 2 Alle persone fisiche, di cittadinanza italiana, è riconosciuto il diritto alla
disponibilità di un minimo vitale, sulla base della dichiarazione annuale
dei redditi.
Comma 3 Alle persone fisiche laureate, di cittadinanza italiana, il datore di lavoro
riconosce una preferenza in tutte le assunzioni.

Scritto dal Prof. Giorgio Trenti