MES. IL PARLAMENTO ITALIANO NON RATIFICA

MES. IL PARLAMENTO ITALIANO NON RATIFICA

Redazione, 21 dicembre 2023.

Da Reuters: Il MES originale rimane operativo, ma non può sostenere il Fondo di risoluzione unico, responsabile della gestione delle banche in difficoltà, senza che Roma sottoscriva l’accordo.

Giovedì scorso anche la coalizione di governo della commissione Bilancio aveva votato contro la ratifica, lamentando che il trattato non garantiva il coinvolgimento del Parlamento in un'eventuale richiesta di aiuto.

Meloni ha ripetutamente criticato l’ESM per aver richiesto ai paesi di attuare programmi di austerità o di riforma finanziaria in cambio del suo aiuto, affermando che ciò aumenterebbe il rischio di una ristrutturazione del debito.

Il voto del MES è arrivato il giorno dopo che gli Stati membri dell’UE hanno raggiunto un accordo su regole fiscali più indulgenti.

Meloni ha affermato che il nuovo Patto di stabilità e crescita è migliore di quello vecchio, anche se è delusa dal fatto che non abbia escluso gli investimenti strategici dai calcoli del deficit e del debito dei paesi.

All’inizio di questo mese il governo italiano aveva dichiarato che non avrebbe approvato il trattato MES senza prima un accordo sul patto di stabilità.

Hanno votato contro Fratelli d'Italia e la Lega di Giorgetti, mentre l'altro principale gruppo di coalizione, Forza Italia, si è astenuto. Contro la mozione si è opposta anche l’opposizione del Movimento 5 Stelle, guidato dall’ex primo ministro Giuseppe Conte.

Meloni e Giorgetti assenti.

Sconfitta la ratifica del MES  con 184 voti contrari, 72 favorevoli e 44 astenuti.

Da, LA FIONDA dell'11 dicembre 2020:

Stati di serie A e Stati di serie B.

Si prevede infatti che uno Stato che abbia un deficit contenuto entro il 3% del PIL; un saldo di bilancio strutturale pari o superiore al parametro di riferimento minino specifico per il paese; e un debito inferiore al 60% del PIL, ovvero una riduzione di questo rapporto ad un tasso medio di 1/20 all’anno, potrà chiedere un prestito, ricorrendo ad una linea di credito condizionata precauzionale (PCCL), semplicemente presentando una lettera di intenti (senza dunque firmare un memorandum d’intesa), con la quale si impegna a rispettare i suddetti criteri.

Al contrario, uno Stato che non rispetti i parametri di cui sopra potrà accedere solamente ad una linea di credito soggetta a condizioni rafforzate (ECCL) che, come è noto, impone la sottoscrizione di un memorandum d’intesa, in cui sono contenute le «condizionalità» da rispettare, e cioè austerità e riforme strutturali.

Nondimeno, perché sia attivata una linea di credito soggetta a condizioni rafforzate il debito dello Stato beneficiario dovrà essere giudicato «sostenibile» dagli organi tecnici del MES, diversamente lo Stato sotto «esame» corre il rischio di una ristrutturazione del debito.