UN CASO DI SPOLIAZIONE LEGALE?

UN CASO DI SPOLIAZIONE LEGALE?
MATTEO RENZI - ITALIA VIVA

Trento, 3 agosto 2023. Di Paolo Rosa, avvocato esperto in Diritto Previdenziale e Diritto del Lavoro.

Se cliccate su google “spoliazione legale” avete questa dizione: “La spoliazione legale (o saccheggio legale) è un concetto nel pensiero libertario che descrive l'atto di usare la legge per ridistribuire la ricchezza. Questo fu coniato da Frédéric Bastiat, più famoso nel suo libro La legge, scritta nel 1850” (Fonte: Wikipedia)

E veniamo ai fatti di oggi.

I protagonisti sono il Parlamento italiano, Previdenza Italia e Assoprevidenza.

Se andate sul sito www.previdenzaitalia.it scoprite che è un ponte tra la previdenza complementare e lo sviluppo del Paese.

Previdenza Italia vuole essere un ponte fra i fondi pensione e l’economia del Paese tramite le garanzie dello Stato e attraverso l’investimento delle loro risorse nelle infrastrutture e nelle PMI.

Un centro di competenze, indipendente e no profit, che collega i fondi pensione al monte delle PMI e delle infrastrutture.

Un centro di informazione e formazione per i fondi pensione sulle tematiche dello sviluppo economico, infrastrutturale, sociale ed ambientale del Paese. Un soggetto aggregante e indipendente per la crescita e lo sviluppo dei fondi pensione.

Nel 2010 l’XI Commissione Lavoro Pubblico e Privato della Camera dei Deputati, dopo un articolato ciclo di audizioni informali sulle problematiche relative alla gestione e all’andamento dei fondi pensione e della previdenza complementare, adottò la risoluzione n. 8-00072.

Nacque così Previdenza Italia, comitato per la promozione e lo sviluppo della previdenza complementare in Italia.

Assoprevidenza, dal sito www.assoprevidenza.it, si presenta come “il club dei partners e riunisce, privatisticamente, un selezionato gruppo di sostenitori della cultura della previdenza complementare e del welfare in Italia”.

Assoprevidenza organizza convegni, seminari ed eventi ad hoc con finalità di aggiornamento e formazione su tutte le tematiche della previdenza e dell’assistenza complementari. Si tratta di un’associazione che opera come centro tecnico no profit e che ha come missione quella di favorire e consolidare lo sviluppo della previdenza e dell’assistenza complementare con l’obiettivo concreto di controbilanciare il crescente ridimensionamento delle coperture garantite dalle realtà di base.

Abbiamo quindi un ente terzo indipendente da una parte e un ente privato dall’altra.

Ora è accaduto, come si legge sul sito de La Repubblica, che, con un emendamento infilato nottetempo nel decreto PA2, la Camera di Deputati, su iniziativa di Italia Viva ma con l’ok della Ministra del Lavoro Calderone, ha fatto confluire il Comitato per la promozione e lo sviluppo della previdenza complementare, ente terzo e super partes, voluto dal Parlamento nel 2001, in Assoprevidenza, l’Associazione che raggruppa una parte dei fondi pensione italiani.

Il problema è che ad Assoprevidenza, ente privato, verranno erogati nel tempo 29,5 milioni di budget, in ragione di 1,5 milioni per il 2020 e 2 milioni dal 2021 al 2034.

Il decreto PA2 è stato approvato alla Camera con la fiducia e ora passerà al Senato dove, ho ragione di ritenere, verrà riproposta la fiducia.

Ora Assoprevidenza è certamente un ente di grande competenza e guidato dall’ottimo prof. Sergio Corbello, ma il problema è che così facendo transitano ad Assoprevidenza anche 29,5 milioni di soldi pubblici, di cui 1,5 milioni entro il 30 settembre 2023.

In poche parole viene corretto l’art. 58 bis del decreto legge 124 del 2019 che definisce ruolo e funzioni del Comitato suddetto, sostituendo il nome “Previdenza Italia” con “Assoprevidenza”.

Questo l’articolato che verrà modificato:

«4. Per le finalità di cui al presente articolo, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali si avvale anche delle analisi, degli studi, delle ricerche e delle valutazioni del Comitato per la promozione e lo sviluppo della previdenza complementare denominato “Previdenza  Italia”, istituito in data 21 febbraio 2011, cui partecipano anche i rappresentanti delle associazioni dei fondi pensione. Al predetto Comitato è attribuito altresì il compito di coadiuvare i soggetti interessati, ove da questi richiesto, con analisi e valutazioni delle operazioni di capitalizzazione e internazionalizzazione delle piccole e medie imprese meritevoli di sostegno, nonché con l’attivazione e il coordinamento di  iniziative di promozione e informazione, anche allo scopo di favorire la costituzione di consorzi volontari per gli investimenti dei fondi pensione che, anche per organizzazione, dimensioni e patrimonio, non siano in grado di attivare autonomamente in modo efficace gli investimenti medesimi. Al Comitato è altresì attribuito il compito di realizzare e promuovere iniziative di informazione e formazione finanziaria, previdenziale, assistenziale e di welfare, destinate  ai medesimi soggetti,  nonché alla generalità della collettività, anche in età scolare, ovvero qualsiasi altra iniziativa finalizzata a favorire la crescita del numero dei soggetti che aderiscono alle forme complementari di previdenza, assistenza e welfare in genere.

  • Per il funzionamento del Comitato di cui al comma 4 è stanziato un contributo pari a 1,5 milioni di euro per l’anno 2020 e a 2 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2021 al 2034.

  • Agli oneri derivanti dal comma 1 e dal comma 5, pari a 13,5 milioni di euro per l’anno 2020 e a 14 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2021 al 2034, si provvede:

  • a) quanto a 1,5 milioni di euro per l’anno 2020 e a 2 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2021 al 2034, mediante corrispondente riduzione delle proiezioni dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2019-2021, nell’ambito del programma “Fondi di riserva e speciali” della missione “Fondi da ripartire” dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2019, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero;

  • b) quanto a 12 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2020 al 2034, mediante corrispondente riduzione delle proiezioni dello stanziamento del fondo speciale di conto capitale iscritto, ai fini del bilancio triennale 2019-2021, nell’ambito del programma “Fondi di riserva e speciali” della missione “Fondi da ripartire” dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2019, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento  relativo al medesimo Ministero».

La cosa curiosa è che l’emendamento di Italia Viva era già stato presentato nel decreto bollette e bocciato dal Presidente della Repubblica per estraneità di materia ma il partito di Renzi ci ha riprovato e questa volta, almeno sin qui, con successo.

Ma non c’è soltanto Assoprevidenza ad occuparsi della materia perché sono interessate anche Assofondopensioni, Mefop, Confindustria, AIFI, ecc. … come risulta dal sito di Previdenzaitalia.

Questo il comunicato di Assofondipensione:

«Roma, 01/08/2023 – Assofondipensione, l’Associazione dei fondi pensione negoziali che rappresenta gli interessi di 32 fondi pensione negoziali che gestiscono un patrimonio superiore ai 64 miliardi di euro e con un numero di iscritti pari a circa 4 milioni, esprime netta contrarietà nei confronti della scelta del Governo di appoggiare l’emendamento al decreto Pa 2 sulla previdenza complementare, presentato da Italia Viva, che assegna ad Assoprevidenza il ruolo che era stato affidato al Comitato per la promozione e lo sviluppo della previdenza complementare denominato “Previdenza Italia”. L’affidamento prevede, peraltro, la concessione a tale soggetto privato di apposito finanziamento pubblico pari a 29,5 milioni di euro. Assofondipensione rileva che questa decisione non tiene conto della natura complessa e articolata della previdenza complementare, che si compone di molteplici realtà (Fondi negoziali, Fondi preesistenti, fondi aperti e pip) le cui peculiarità e criticità specifiche necessitano di essere rappresentate con una visione d’insieme attraverso il contributo di tutte le Associazioni di rappresentanza. Assofondipensione chiede pertanto al Governo e al Parlamento la cancellazione della predetta disposizione, reiterando al Governo la richiesta di adottare con urgenza misure adeguate al rilancio del secondo pilastro pensionistico, di cui la previdenza complementare di natura negoziale rappresenta un segmento molto importante, nato attraverso l’iniziativa delle Parti Sociali».

Questo il comunicato della CGIL:

«È inaccettabile affidare tutte le funzioni del Comitato per la promozione e lo sviluppo della previdenza complementare, ente terzo voluto dal Parlamento, ad una struttura privata, Assoprevidenza, garantendogli la piena disponibilità di 29,5 milioni di euro di risorse pubbliche. Viene spontaneo chiedersi la ragione di una scelta del genere, per noi assolutamente sbagliata”. Così la Cgil nazionale commenta l’emendamento al decreto Pa 2 sulla previdenza complementare, presentato da Italia Viva e appoggiato da FdI e dal Governo. Nella nota si spiega che il Comitato era stato istituito nel 2011 con una risoluzione votata dalla Commissione Lavoro della Camera che impegnava l’Esecutivo a «investire fortemente sulle potenzialità del sistema dei fondi pensione in particolare valutando l’opportunità di sostenere eventuali iniziative organizzative, promozionali e di informazione, anche su impulso degli enti e delle strutture interessati, dirette a mettere a sistema i fondi medesimi». “Da tempo – prosegue la Confederazione – ribadiamo con forza la necessità di rilanciare le adesioni della previdenza complementare negoziale, rendendola effettivamente accessibile anche a chi lavora nelle piccole imprese e ai giovani. C’è un tavolo al Ministero del Lavoro – si ricorda – che dovrebbe discutere proprio di questo tema il prossimo 18 settembre, ma il Governo decide di andare avanti in autonomia, come su tutte le altre materie oggetto del confronto”. “Questo fatto conferma, semmai ce ne fosse bisogno, che i tavoli in essere sulla previdenza sono inutili e servono solo a prendere tempo”, si legge infine.»

Questo il comunicato della UIL:

«L’emendamento votato al decreto PA 2 che prevede di far confluire il comitato per la promozione e lo sviluppo della previdenza complementare in Assoprevidenza è un fatto gravissimo. Il comitato, infatti, ha la disponibilità di 29,5 milioni di risorse pubbliche che non possono essere gestite da una struttura privata. La UIL sostiene, da tempo, la necessità di rilanciare le adesioni alla previdenza complementare attraverso una campagna istituzionale di informazione rivolta ai lavoratori e alle lavoratrici. Fino ad oggi, tutti i Governi che si sono succeduti negli ultimi anni hanno fatto orecchie da mercante. L’attuale Governo, con questa scelta inopinata, varata al di fuori da ogni confronto con le parti datoriali e sindacali, che promuovono realmente la previdenza complementare, distoglie risorse importanti allo sviluppo dei fondi pensione. La UIL chiede al Governo e al Parlamento di correggere subito questa scelta sbagliata.»

Questo il comunicato della CISL:

«“Un emendamento al decreto legge sulla PA in approvazione oggi alla Camera dei Deputati con voto di fiducia stanzia un finanziamento di vari milioni di euro destinati originariamente a un soggetto di matrice pubblicistica a una associazione privata per promuovere la previdenza complementare. E’ una scelta che la Cisl giudica negativamente, dal momento che è aperto tra Governo e parti sociali un tavolo sulla previdenza che a settembre affronterà anche il tema della previdenza integrativa e che avrebbe dovuto ricomprendere anche scelte di questa natura”. Lo dichiara in una nota il segretario confederale della Cisl Ignazio Ganga. “Ci stupisce, quindi, che sia stata assunta un’iniziativa legislativa di questo tipo senza alcun confronto con i soggetti che rappresentano i lavoratori e i datori di lavoro, sostenitori dei fondi pensione negoziali. Ricordiamo che ai fondi negoziali promossi dalla contrattazione collettiva sono iscritti oltre 3 milioni 900 mila lavoratori e il patrimonio in gestione supera i 64 miliardi. Da tempo la CISL chiede che sia promossa una massiccia campagna informativa pubblica sulla previdenza complementare per spiegarne i vantaggi e le opportunità e che sia attivato un nuovo periodo di silenzio-assenso per l’adesione dei lavoratori ancora non iscritti. Inoltre chiede che siano maggiormente sostenuti i fondi pensione sul versante fiscale, riducendo la tassazione sui rendimenti e favorendo gli investimenti in economia reale che guarda alla piccola e media impresa e alle infrastrutture. Su questi punti ci aspettiamo risposte chiare dal Governo nella prossima legge di bilancio senza sottrarre al confronto temi oggetto di trattativa negoziale”.»

Perché è stata privilegiata Assoprevidenza?