Come cambierà il settore della mediazione creditizia

Con l’entrata in vigore, a partire dal 1° gennaio 2012, del D.Lgs. 141/2010 è in atto una riorganizzazione delle reti di intermediazione finanziaria e di mediazione creditizia. Il Decreto elimina la precedente differenziazione tra soggetti iscritti nell’Elenco generale e in quello speciale, di cui agli artt. 106 e 107 del T.U.B., prevedendo nella nuova versione un unico Albo degli intermediari autorizzati all’attività di concessione di finanziamenti. Il 30 Giugno 2012 rappresenta una data importante che segnerà il passaggio al nuovo regime di controllo e di monitoraggio dell’intermediazione finanziaria e della mediazione creditizia da parte del nuovo Organismo di Vigilanza. I britannici sono stati i precursori della professione di Credit Advisory e hanno anticipato di quasi 10 anni la crisi del settore.

Facendo un parallelo con il modello anglosassone, che fino al 2003 si basava sull’autoregolamentazione e l’anno successivo vide l’introduzione di un vero e proprio regulator - la Financial Services Authority, paragonabile al nostro Organismo di Vigilanza - in U.K. si passò, infatti, da circa 35.000 Consulenti del Credito nel 2003 ai circa 10.000 del 2010. Ritengo, quindi, che con l’introduzione del Decreto Legislativo 141/2010 dei 140.000 iscritti presso l’U.I.F. come Agenti e Mediatori, ne rimarranno in attività in Italia meno di un terzo. L’introduzione di una regolamentazione della professione e di un controllo sistematico delle procedure e delle attività correlate alla consulenza finanziaria, sia essa fatta da Agenti in attività finanziaria che da collaboratori del Mediatore creditizio, penso sia fondamentale per ritornare a dare dignità e professionalità a una attività abbandonata a se stessa da troppo tempo.

L’obiettivo è quello di creare controlli stringenti e regole precise per l’operatività, di qualificare dei veri professionisti del settore, muniti di requisiti adeguati, sui quali investire con una formazione costante, ma soprattutto poter fornire al cliente finale la certezza e la trasparenza delle operazioni finanziarie. Il principio su cui si basa questo nuovo modello di business ritengo sia quello della stabile organizzazione, che dovrà assumere una valenza non solo di controllo ma, soprattutto, di gestione e di organizzazione della professione dell’Agente in attività finanziaria o del collaboratore del Mediatore Creditizio. Chi si adeguerà in tempi brevi, per sua propria convinzione e non solo per la nuova imposizione legislativa, sarà un interlocutore affidabile, supportato nella sua attività in maniera duratura e stabile nel tempo dalle banche e dalle compagnie assicurative.

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