DAI GOVERNI RENZI E DRAGHI IN EREDITA' LA CHIUSURA DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE

Giannina Puddu, 27 dicembre 2022.

L'ottimo prof. Roy De Vita, Primario di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva presso l'Istituto Nazionale dei Tumori di Roma “Regina Elena“, con questo video che pubblichiamo a corredo di questo articolo, ha dimostrato una sensibilità sociale e una coscienza civica fuori dal comune. 

Roy De Vita, a tutt'oggi, è anche Direttore Clinico e Scientifico presso l'Università La Sapiena e Membro Esperto del Consiglio Superiore della Sanità, del Ministero della Salute e del Tavolo Tecnico Permanente BIA-ALCL.

Questo richiamo alle sue competenze per significare il peso delle sue parole.

Il prof. De Vita spiega in modo accessibile a tutti l'effetto della legge che fu approvata nel 2015 dall'allora governo Renzi e dei Decreti Attuativi approvati a settembre di quest'anno dal governo Draghi.

Al governo Meloni una rognosa eredità da gestire e chissà come ne usciranno...., se ne usciranno...

Si tratta del PayBack, legge sconcertante che fu approvata dal fu governo di Matteo Renzi.

Il decreto-legge 19 giugno 2015 n. 78 (Disposizioni urgenti in materia di enti territoriali, convertito dalla legge 6 agosto 215 n. 125) ha introdotto la previsione volta a porre a carico delle aziende fornitrici una parte dell’eventuale sforamento del tetto di spesa per i dispositivi medici sostenuta dal Servizio Sanitario Nazionale.

Ergo, nel momento in cui le aziende del servizio sanitario nazionale sparse per le varie regioni, avessero rilevato lo "sforamento" del "tetto di spesa", le conseguenze finanzarie si sarebbero trasferite, in parte importante, dai loro amministratori ai fornitori delle stesse!

Per qualunque imprenditore sano di mente, piccolo, medio o grande che sia, l' avere un cliente che sia dotato, per legge, del potere di  rivalersi sul fornitore nel caso di un suo budget di spesa non rispettato è una follia improponibile.

Decisamente meglio perdere quel cliente!

La fuga dei fornitori dal Servizio sanitario Nazionale Italiano è incentivata anche dall'effetto retroattivo della norma.

Norma concepita da menti contorte nel 2015 e ridestata da pari menti nel settembre 2022, efficace anche per gli anni trascorsi.

Come, correttamente, ha sottolineato il prof. De Vita, sotto questa scure, le nostre piccole e medie imprese falliranno (come se non ne fossero già fallite troppe...), mentre le grandi multinazionali si opporranno muovendo i loro eserciti di legali e, per il futuro, spariranno dai radar del nostro Paese, lasciandolo sprovvisto di presidi medici.

A seguito del citato DM i fornitori dovranno (o dovrebbero...) rimborsare al Servizio Sanitario Nazionale

  1. 416.274.918 per l’anno 2015;
  2. 473.793.126 per l’anno 2016; 
  3. 552.550.000 per l’anno 2017
  4. 643.322.535 per l’anno 2018.

Questo strano percorso legislativo coinvolge le forniture di tutti i "presidi medici" eslcusi soltanto i farmaci.

Senza presidi medici, nessuna assistenza sanitaria è possibile.

Il diabolico sistema del payback pare  inarrestabile,  nonostante le molteplici criticità già denunciate dall'ambiente industriale coninvolto con dubbi anche, ed ovviamente,  di legittimità costituzionale.

Ciò che è certo, se lo sfigatissimo Governo Meloni non troverà il modo di salvarci da questo ennesimo disastro, è che una norma siffatta farà scappare dall'Italia tutti i fornitori di dispositivi medici.

L' assistenza sanitaria pubblica, per cui paghiamo tasse come per tutto il resto, apparterrà al passato, scomparendo nel nostro futuro.

I ricchi potranno rivolgersi all'assistenza sanitaria privata e pagare, per tutti gli altri, il nulla, l'abbandono totale nella malattia.