DEBITO DEI MERCATI EMERGENTI: I FATTORI CHIAVE CHE CONTINUANO A PLASMARE LE OPPORTUNITA' DI INVESTIMENTO

DEBITO DEI MERCATI EMERGENTI: I FATTORI CHIAVE CHE CONTINUANO  A PLASMARE LE OPPORTUNITA' DI INVESTIMENTO
ANDREW STANNERS

Milano, 19 luglio 2023. Di Andrew Stanners, investment director di abrdn.

Negli ultimi 40 anni abbiamo assistito a un incremento su vasta scala nelle emissioni obbligazionarie nel debito dei mercati emergenti.

Gli investitori hanno oggi accesso a una gamma di opportunità senza precedenti in oltre 80 Paesi, che comprende titoli di Stato e obbligazioni corporate in dollari USA e in valuta locale attraverso un’ampia gamma di emittenti che presentano diversi livelli di qualità creditizia.

Che sia parte di una allocazione core o satellite, la diversità che caratterizza l’asset class, insieme ai rendimenti rettificati per il rischio a lungo termine interessanti, è il motivo principale per cui le allocazioni al debito dei mercati emergenti sono oggi parte integrante di quasi tutti i portafogli, grandi o piccoli che siano.

Le tre tendenze chiave per il debito dei mercati emergenti nel medio-lungo periodo

In primo luogo, il differenziale di crescita dei mercati emergenti rispetto alle obbligazioni dei mercati sviluppati rimarrà un fattore positivo importante. Di fatto, nel breve periodo potrebbe ampliarsi ulteriormente a favore dei mercati emergenti: il FMI prevede una crescita del 3,8% per i mercati emergenti rispetto all’1,3% per i mercati sviluppati nel 2023 (World Economic Outlook, FMI, aprile 2023).

In secondo luogo, le prospettive per il dollaro USA sono sempre fondamentali per i flussi di capitale e i rendimenti dei mercati emergenti.

I solidi afflussi di capitali negli USA hanno supportato il dollaro per molti anni, grazie alla performance straordinariamente solida degli asset finanziari USA, in particolare l’azionario.

Negli ultimi tempi il netto incremento dei tassi di interesse USA ha incentivato il dollaro.

Ad ogni modo questa situazione eccezionale potrebbe volgere presto al termine e, nel caso di una recessione negli Stati Uniti, il calo dell'inflazione determinerebbe un calo dei tassi di interesse nel Paese. Tassi di interesse negli USA inferiori, o addirittura azzerati, potrebbero segnare la fine del lungo rialzo del dollaro USA consentendo il recupero di altre valute.

In terzo luogo il focus sui rischi ambientali, sociali e di governance (ESG) continuerà a crescere. Per i titoli di Stato, le riforme che migliorano la trasparenza e rafforzano l'indipendenza della banca centrale contribuiranno ad attirare capitali a lungo termine. Per le obbligazioni corporate, l’integrazione dei fattori ESG è uno strumento potente nella valutazione del merito creditizio.

Comprendere i rischi ESG e avviare un engagement su tale fronte con gli stakeholder rilevanti è un requisito per investire con successo in entrambi i segmenti.

L’aumento dei tassi risk-free rappresenta un problema per il debito dei mercati emergenti?

Un’altra caratteristica interessante del debito dei mercati emergenti è il rendimento relativamente elevato rispetto ad altri asset a reddito fisso. E questo valeva soprattutto nel contesto (passato) di rendimenti generalmente ridotti, tra cui tassi di ritorno “risk-free” estremamente bassi.

Tuttavia i ritorni “risk-free”, i cui proxy sono la liquidità o i rendimenti sovrani USA o europei a breve scadenza, sono saliti al 3-5%. Questo potrebbe indebolire lo scenario per il debito dei mercati emergenti? Decisamente no.

I rendimenti del debito dei mercati emergenti hanno evidenziato un incremento ancora più marcato (nel caso delle obbligazioni in dollari, i rendimenti dei Treasury sono una componente dei rendimenti) e sono oggi al livello più elevato dal 2004, escludendo il periodo della Crisi finanziaria globale. Oltre ai rendimenti più elevati, il debito dei mercati emergenti offre benefici di diversificazione e una performance corretta per il rischio interessante nel lungo periodo.

Un altro vantaggio rilevante del debito dei mercati emergenti è la combinazione di rendimenti più elevati con una duration relativamente lunga rispetto agli asset risk free. In altre parole, gli investitori possono assicurarsi l’attuale rendimento elevato del debito dei mercati emergenti per un periodo più lungo rispetto ai periodi più brevi di liquidità e obbligazioni dei mercati sviluppati. Inoltre, se i tassi overnight scenderanno ai livelli a cui siamo stati abituati nell’ultimo decennio, la duration più lunga potrà offrire un profitto diretto.

Implicazioni per i portafogli

Oggi il debito dei mercati emergenti è spesso considerato un’asset class “risk-on” tattica nell’universo obbligazionario.

Nel contesto più volatile degli ultimi cinque anni, molti gestori specilizzati sul debito dei mercati emergenti si sono scottati a causa di un maggiore downside capture rispetto agli indici e ai benchmark generali.

Per fortuna, qualche buona notizia c'è.

La crescente importanza del debito dei mercati emergenti, in termini di ponderazioni negli indici e disponibilità di reddito, consente ai selezionatori di adottare approcci più sofisticati per l'asset class.

Ad esempio la mancanza di opzioni più conservative che possano offrire un rischio di ribasso più controllato è stata per alcuni grandi investitori una spinta a valutare più attentamente le opzioni passive.

Il problema più generale, tuttavia, è rappresentato dalla carenza di opzioni più differenziate a livello di strategia nel debito dei mercati emergenti.

La reale capacità di gestire il rischio nei mercati emergenti è piuttosto rara e il tradizionale profilo di rischio del debito dei mercati emergenti può rappresentare un ostacolo per l’inserimento nei portafogli core.

Mentre continuiamo ad affrontare tempi incerti, potrebbero esistere opportunità per i gestori in grado di offrire una protezione dai ribassi più specifica per il debito dei mercati emergenti.