E` cambiata la tendenza primaria della crisi

Dopo tanti clamori è bene fare il punto della situazione. L`azione della Bce ha cambiato la tendenza primaria della crisi. I traders guardano ai bond italiani come occasioni di acquisto e cominciano a vendere il Bund. In questo scenario lo spread Btp-Bund dovrebbe avvicinarsi a quota 280. Tutto ciò si riflette nei rendimenti tedeschi che si sono impennati, a fronte di prezzi in discesa, con il future sul Bund sceso a 239.

Con una rottura di quota 139 il Bund potrebbe perdere almeno due figure. Al tempo stesso, si profila un record di perdite potenziali per chi ha stipulato swaps over the counter scommettendo contro le banche italiane. Già nel marzo 2012 il rosso registrato da banche ed enti pubblici stranieri (mark to market) che hanno scommesso contro le banche italiane risultava in forte aumento. Secondo i dati Banca d`Italia la perdita potenziale era pari a 23,6 miliardi di euro. Questi dati vanno aggiornati in termini negativi. Infatti, le decisioni della Bce hanno provocato un fuggi-fuggi generale dei ribassisti che hanno così dovuto contabilizzare nuove perdite sui derivati. Ciò si riflette nella volatilità dei bonds italiani che si è quasi dimezzata rispetto al marzo scorso da 11,31 a 6,64. Restringendo il confronto trimestrale (giugno scorso) la discesa è ancora più marcata: da 13,45 a 6,64. Dunque, la speculazione internazionale ha subito un autentico trauma monetario. La facilità con cui il tesoro ha collocato i Btp, a tassi nettamente ridotti ed in presenza di una domanda pari a 1,65 volte, rappresenta la controprova di quanto sta accadendo. E` ovvio che tutto ciò non sarebbe accaduto se la Fed non avesso lasciato intendere e poi attuato un terzo `quantative easing` di dimensioni strepitose. Basti pensare che, in aggiunta agli acquisti di bonds pari a 45 miliardi di dollari al mese, la Fed ha ora deciso di acquistare altri 40 miliardi al mese in obbligazioni immobiliari al fine di rilanciare il mercato delle case tuttora asfittico dopo la grande crisi dei subprime esplosa nel 2007. Garantendo inoltre tassi bassissimi (0-0,25%) fino al 2014. Un autentico bazooka ( riduce il costo del debito federale) che ha mandato in soffitta molte delle teorie monetarie del recente passato consentendo una rilettura delle teorie keynesiane su basi del tutto differenti. Gli effetti sulla situazione italiana, anche in termini politici, sono dirompenti. Il direttore generale del Wto, Pascar Lamy, è stato assai esplicito: `L`Italia ce la farà ad uscire dalla crisi; è il secondo paese manifatturiero in Europa, ha una struttura economica solida; certo ha un problema di competitività e di crescita, come il resto dell`Eurozona, ma le misure varate da Monti stanno cominciando a produrre i primi significativi frutti`. Dunque, il consenso internazionale a favore di Monti è così ampio e convinto (Le Figaro ha titolato all`indomani della visita a Roma di Hollande: `Magari avvessimo un Monti anche noi...`) da costituire un elemento decisivo dello scenario politico italiano per il 2013. Poichè lo schieramento di destra (così come Grillo, Di Pietro e Vendola) contesta `l`agenda Monti`, la soluzione prevedibile è abbastanza scontata.

Scritto da Guido Colomba, membro del Direttivo AssoFinance – Direttore responsabile “The Financial Review”.

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