EFFETTI: FED & BCE

EFFETTI: FED & BCE

Milano, 5 febbraio 2023. Di Fabrizio Brasili, esperto di Scenari e Mercati Finanziari

Il solito 1-2 delle Banche Centrali (prima FED e poi BCE,) ha provocato a stretto giro, fra Mercoledì e Venerdì, un effetto altalenante e differente, prima positivo e poi negativo.
Sempre più complicato, anche per gli Analisti di lungo corso, districarsi in questo ambito, spesso con effetto provocato ad hoc, che rende incerto anche il futuro a breve termine.
Un rialzo dei tassi USA, ma pur sempre un rialzo, è nocivo ai mercati, ma di questa dimensione (0,25%), può significare, che si possa ritornare, senza aver provocato danni all' Economia ed al lavoro, in tempi brevi, a tagliare i tassi.
E quindi, borse su  ....!?
Ed invece.. no.
In chiusura settimanale dei mercati, sia azionari che obbligazionari, ancora giù o per lo meno bloccati poco sotto i massimi, nella diversità percentuale dei vari listini USA. 
Per il futuro a breve termine, continueranno a essere ignorati i vari segnali di rallentamento del dato su l' occupazione, sul fatturato e sugli utili aziendali, nonostante gli investitori tendano ad anticipare di sei mesi od addirittura un anno, la loro visione.
Noi pensiamo che per la prossima settimana assisteremo ad un "tracheggiamento" in fotocopia a quanto espresso venerdì, in minor misura ( 0,50% ) per il Dow ed il Russell 2000, ( 1%) per lo SP500 e (2%) per il Nasdaq.
Sempre in range  molto stretto 33000/34000 circa largo di Dow.
E così pure, un po' più ampio, per lo SP500 fra 3900 e 4200.
Per il molto volatile ed iper comprato, di questi mesi, NASDAQ, addirittura fra 10500 e 12500.
FTSEMIB
Qui come al solito, le componenti che sostengono l ' unico mercato, il FTSE MIB, sono diverse e di ben altra misura interpretativa.
Gli scarsi volumi, a parte le eccezioni, come ENI, Intesa, Unicredit* e le stelle più o meno cadenti, in occasione di news straordinarie, come Telecom o MPS, fanno la differenza in termine di speculazioni e manipolazioni strumentali.
Basta pensare alla componente shortista, quella più fragile e dell' ultima ora, che al primo dato positivo e prezzo contrarian, si ricoprono frettolosamente, al meglio (cioè al peggio), ricomprando i titoli precedentemente venduti. Magari addirittura in perdita.
Infatti assistiamo da ottobre scorso, a questo tipo di fenomeni, ingrossati naturalmente, da chi non li conosce e si accoda alimentando artificiosamente, a strappi giornalieri, anche modesti, il trend positivo di detto mercato.
Temiamo però che il FTSEMIB, complice il solito normale e casuale pretesto, o la somma di più concause, non necessariamente il classico cigno nero, abbia i giorni contati.
E che possa per lo meno assestarsi, la prossima settimana od al massimo la successiva, in area compresa fra 25800/900 e 26200/300.
Molte Big cap stanno infatti già stornando, e sono numerose, come  altre, che sono giunte su livelli resistenziali, vedi Unicredit*,Intesa e Moncler  ed altre.
BANCOBPM & BPER
Come anticipato ai nostri lettori abbonati, i due titoli hanno già raggiunto i target price di lungo termine oltre che una corretta valutazione di concambio in una eventuale futuribile fusione.
Consigliamo quindi, in ogni caso, di alleggerire entrambi per lo meno di un buon 50%, e di lasciare il rimanente per le news che vi saranno circa il bilancio e dividendo 2022, coprendole comunque vendendo una call scadenza Giugno atm, at the Money. Cioè sul prezzo del sottostante titolo.
STM&TELECOM
Qui la situazione è parecchio diversa.
STM potrebbe soffrire ulteriormente di vertigini da alte quotazioni, dopo aver raggiunto  e superato anche i 45 euro.
In forte ipercomprato di medio lungo termine e su forti resistenze.
Ma anche dal comportamento molto volatile dei suoi competitors USA soprattutto AMD (ed anche Intel), che hanno altresì raggiunto, loro stessi un ipercomprato di lungo termine molto elevato. 
Meglio quindi take profit sulla totalità del titolo.
Per Telecom nella versione rnc, quella che noi da sempre  privilegiamo, anche per l' ottimo dividendo stabilito peraltro  dal suo stesso statuto; e che dopo aver testato i minimi assoluti di 0,1662 è quasi raddoppiata raggiungendo gli 0,2808 di venerdì, senza contare i dividendi pagati agli azionisti, suggeriamo di mantenere ancora il titolo.
Almeno fino agli 0,40 ed ad un eventuale opa da parte di Macquarie e CDP.
O ad un possibile  rilancio ostile  da parte di KKR.
 *Errata corrige
Nell' ' intervista della settimana precedente, rispondendo alla domanda su Intesa&Unicredit, si intendeva  per quest' ultima 16,80/90-17,20/30.