ESCLUSIVA IN: Vontobel ci presenta il Winter Outlook sul 2012 (video)

Quest’oggi si è tenuto nella sede di Piazza Affari 3 a Milano il Winter Outlook 2012 di Vontobel. A introdurre la presentazione è stato Matteo Villani, Head of Sales del gruppo svizzero, che ha espresso moderata soddisfazione sull’andamento di questo 2011 che sta volgendo al termine. “La raccolta è andata tutto sommato bene. Quando le cose si mettono per il peggio, entra in gioco chi è in grado di produrre valore aggiunto”, queste le sue parole. Mostrando dei grafici rappresentanti gli andamenti economici dal 1988 a oggi, dai quali emergono i picchi dovuti alle varie crisi che si sono susseguite (dalla guerra del Golfo, al Messico, passando per 11 settembre e Lehman),  si è sottolineato come la situazione odierna sia in qualche modo simile ad un “campo di battaglia”, dal quale dovremmo dedurre il nostro stato di salute e capire se siamo attrezzati per la guerra.

Vontobel investe quindi solamente in società che creano utili per gli azionisti, in quanto è forte la convinzione che prima o poi il mercato le premierà riconoscendone il valore effettivo. “Essere gestori attivi paga quando il mercato non è in trend o quando non è solo sufficiente parteciparvi. Vontobel investe in aziende che prevalentemente trattano beni di largo consumo, come tabacchi o cura personale, e fino ad ora i clienti istituzionali e retail sono rimasti soddisfatti.”
 
E’ stato invece Livio Dalle, Head of Advisory, a introdurre l’Outlook vero e proprio, sottolineando come questo incontro sia ‘invernale’ in quanto ormai è impossibile fare programmi a lungo termine, pianificando strategie che valgano per tutto l’anno. “Gli scenari sono infatti in costante mutamento e presentano molte variabili, al massimo possiamo pianificare a quattro o cinque mesi massimo”. Dalle ha proseguito parlando della situazione dell’Euro, che secondo alcune stime molte negative avrebbe il 30% di possibilità di ‘collassare’, ma che più verosimilmente invece si salverà attraverso misure transitorie – più probabili – o inaspettati colpi ‘magistrali’ (unione fiscale in primis). “La prima parte del 2012 sarà nervosa, con un primo trimestre sicuramente negativo. La situazione rimane di rischio e le stime non sono ancora state riviste”, ha continuato Dalle, sottolineando inoltre come la situazione attuale sia in realtà molto simile a quella vissuta dall’Italia già nel 1992, anno in cui c’era stata una riforma delle pensioni e la Lira era stata messa sotto attacco. Una situazione che era poi sfociate in un 1993 dal 38,8% di crescita. L’Head of Advisory ha poi menzionato i possibili rischi legati alla liquidità, da quella sulla raccolta a quella sull’interbancario e sul mercato, problemi sui quali però ci si sta già muovendo in maniera decisa. Il futuro quindi non è poi così nero, a patto che la Bce ad esempio, si decida a utilizzare gli ampi spazi di manovra che ha ancora a disposizione per quanto riguarda l’eventuale acquisto di bond. “A livello europeo nei prossimi anni si potrà ancora crescere, ma a livelli non superiori al 3/4%”, ha concluso.
 
E’ stata poi la volta di Paolo Beltrami, che ha parlato della posizione di Vontobel per quanto riguarda lo scenario di rischio, rimarcando come novembre sia stato un mese in cui l’avversione al rischio sui mercati finanziari sia aumentata, da un lato a causa della forte discesa degli obbligazionari degli emergenti, dall’altro per colpa degli spread sui corporate che hanno allargato nuovamente e dei CDS delle banche europee che sono saliti ai livelli dei CDS US al momento della bancarotta di Lehman. Beltrami ha poi sottolineato l’alta incertezza sulle banche europee e sull’EMU, a causa della crescita negli spread del mercato monetario e dell’aumento dei tassi di interesse non solo in Spagna e Italia, ma anche nei paesi centrali. Per quanto riguarda l’Euro, Beltrami ha confermato che dovrebbe continuare a muoversi  all’interno di un trading range di 1,25-1,45 contro USD, auspicando un andamento favorevole nel caso in cui il focus del mercato torni a rivolgersi alle problematiche statunitensi, riemerga la speculazione su un QE3 e ci siano flussi di novità positive. Al contrario, la moneta unica potrebbe indebolirsi qualora ci siano acquisti non sterilizzati di Titoli di Stato da parte della BCE, in caso di escalation della crisi nell’aerea Euro o se si arriverà a un taglio dei tassi di interesse.
 
Per quanto riguarda la visione dell’economia a livello globale, Vontobel è chiara: per gli USA ci si aspetta una crescita intorno al 2% nonostante tutto, al contrario dell’Eurozona dove la crescita si fermerà a causa di politiche fiscali procicliche, crescenti tassi di interesse e politiche di lending creditizio più stringenti.  Nell’Eurozona ci sarà quindi una stagnazione, causata dal collasso nella fiducia e dagli alti tassi di interesse nei paesi periferici. Gli Stati Uniti non sembrano invece a rischio recessione, in quanto gli indicatori economici sono robusti, ma il settore dell’export risulterà indebolito e i processi verranno rallentati dalla fine delle politiche fiscali espansionistiche. In Giappone l’economia si è ripresa e il PIL è tornato a livello pre-disastro, anche se ora la crescita è in declino in quanto l’export è in difficoltà. L’inflazione USA è scesa leggermente in ottobre, ma è probabile un’ulteriore diminuzione, mentre i tassi di interesse di riferimento rimarranno bassi. In definitiva, le previsioni di crescita economica sono state riviste al ribasso per tutti.
Chiudendo sull’inflazione, ci si aspettano invece livelli piuttosto bassi per i prossimi anni, così come ci si aspetta una performance migliore per quei settori più difensivi, come l’Health Care o i Consumer Staples.
 
Al termine, i responsabili di Vontobel hanno risposto ad alcune domande dei giornalisti
 
1) I titoli di Stato stanno ‘erodendo’ quote a prodotti simili? “E’ positivo che gli italiani ricomprino il proprio debito, codì il mercato diventa più competitivo. Molti investimenti non possono competere coi titoli di Stato. Ad oggi non è ancora diffusa la percezione di default, ma se lo Stato dovesse fallire diventerebba un problema la mancata ricezione degli stipendi, non dei rendimenti di Btp o Bot. Questa è tuttavia una forte chance per chi si occupa di risparmio gestito, in quanto mette una sana pressione. 
 
2) Il futuro di Vontobel? “Insisteremo su credito, mercati emergenti e absolute return. L’est Europa ad esempio ha rendimenti pari a quelli occidentali, ma i bilanci sono messi meglio. In caso di ripresa hanno potenzialità di rendimento elevatissime, senza contare che molte società hanno ricevuto la ‘BB’”
 
3) Gli emergenti dipenderanno ancora dagli andamenti dell’Occidente? “Vontobel crede nei consumi interni. Ad esempio non abbiamo puntato su Petrobras o Samsung, società per le quali si fa fatica a stabilire gli scenari futuri e che sono legate al nostro ciclo economico. Abbiamo puntato su British-American Tobacco e Nestlè India invece, dove i margini sono molto elevati e c’è forte sviluppo interno.
 
4) Asset allocation e importanza delle valute “Noi non precludiamo nessuna azienda, purchè abbia utili superiori ai 50 milioni, abbia un debito basso e ci siano ampi margini di crescita. Per questo puntiamo molto sui beni di largo consumo. Al momento c’è una forte pressione sull’Euro, le valute sono liquide e averne molte nel portafoglio è rischioso. Bisogna stare attenti ai flussi e gestire in maniera tattica il proprio portafoglio. Per il 2012 prevediamo che ci sia ancora molta liquidità ‘parcheggiata’ in valute come dollaro, yen e franco svizzero”.
 
5) Cosa pensate dell’oro? “la capacità di decorrelazione in questa fase è diminuita, a causa della ripresa del dollaro e della crescita dell’avversione al rischio. Senza contare le dinamiche complesse di flusso. L’oro è un bene che rassicura gli investitori in vista di scenari catastrofici, ma bisogna andarci cauti”.
 
{youtube}pz5ElP01iWI{/youtube}
 
`alt`