Il Myanmar sceglie l`unificazione (dei cambi)

Dal 1 aprile la Birmania lascerà fluttuare la sua moneta nazionale - il kyat - in maniera controllata sul mercato valutario, nel tentativo di arrivare a un tasso di cambio unico al posto dei diversi esistenti finora, con un`enorme disparità tra il valore ufficiale e quello del mercato nero.

Lo ha annunciato oggi la stampa statale. «D`ora in avanti, il valore del kyat (pronunciato »ciat«) sarà determinato dalle condizioni della domanda e dell`offerta sul mercato dei cambi», scrive il quotidiano «New Light of Myanmar», senza specificare come le autorità intendano controllare parzialmente le fluttuazioni. Secondo alcuni funzionari, il tasso dovrebbe inizialmente essere fissato tra 800 e 820 kyat per dollaro, più o meno il valore attuale al mercato nero, usato in pratica da tutti nelle transazioni effettuate nel Paese. Nel contempo, finora il tasso di cambio ufficiale del kyat era fissato a poco più di 6 kyat per dollaro, riflettendo una disparità tra economia ufficiale e quella parallela causata da decenni di sciagurata gestione economica dell`ex giunta militare. Ancora oggi, le aziende statali utilizzavano tale tasso nei loro registri contabili. Negli ultimi mesi, una missione in Birmania di rappresentati del Fondo monetario internazionale è stata rivolta proprio alla riforma del sistema valutario nel Paese. Sceso fino a 1.100 kyat per dollaro nel 2009, nell`ultimo anno il tasso di cambio si è rafforzato a favore del kyat fino a raggiungere i 670 kyat per dollaro, per poi stabilizzarsi recentemente attorno a quota 800. L`apprezzamento della valuta - causato probabilmente dai notevoli investimenti stranieri, in particolare cinesi, e dalla forza delle esportazioni di materie prime - ha causato nuove difficoltà alla popolazione, specialmente ai dipendenti che percepiscono stipendi legati al dollaro e alle famiglie che sopravvivono grazie alle rimesse di parenti dall`estero. 

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