LA DEPORTAZIONE DEI PALESTINESI ERA PROGRAMMATA

LA DEPORTAZIONE DEI PALESTINESI ERA PROGRAMMATA
Daniella Weiss

Redazione, 28 dicembre 2023.

L'assalto israeliano ha distrutto gran parte di Gaza.

Ha ucciso più di 20.600 palestinesi.

Ha provocato lo sfollamento di quasi tutti gli abitanti, 2,3 milioni di persone.

Circa un quarto della popolazione sopravvissuta sta morendo di fame a causa delle scarse possibilità di ricevere aiuti.

Alcuni giorni fa, l' Egitto ha lanciato un piano per porre fine alla guerra tra Israele e Hamas.

Piano che, secondo un  funzionario egiziano che ha preferito manternere l'anonimato, sarebbe stato elaborato con la nazione del Golfo del Qatar.

Piano presentato a  Israele, ad Hamas, agli Stati Uniti e ai governi europei.

Benjamin Netanyahu non ha commentato e, parlando ai membri del suo partito Likud, ha confermato di essere determinato a portare avanti l'offensiva israeliana.

Il presidente egiziano si è opposto al trasferimento forzato dei palestinesi, da Gaza al Sinai.
L'attacco del 7 ottobre è l'occasione per rioccupare l'intera striscia di Gaza, cacciando o sterminando i palestinesi.
Un documento che porta il logo del Ministero dell'intelligence (ottenuto da Calcalist), rivela che il ministro dell'intelligence israeliana, Gila Gamaliel, raccomandava il trasferimento dei residenti di Gaza nel Sinai alla fine della guerra.
E' destinato solo ad uso interno, tra i ministeri del governo e non reso pubblico dallo stesso.
Pare essere nella disponibilità del movimento "Settlement Headquarters - Gaza Strip" che mira a rioccupare  Gaza.
In un'apparizione sul canale israeliano Channel 14 il 6 novembre, la leader del movimento degli insediamenti di Nachala , Daniella Weiss, ha dichiarato che Israele deve riprendersi “tutta Gaza”, "Dal fiume Eufrate al fiume Nilo.
Ha lanciato l'esplicito invito all'azione, visti i palestinesi abbandonare le loro case per sfuggire ai bombardamenti, gli israeliani devono, subito, invadere i confini settentrionali della Striscia, ponendo fine alla pausa iniziata nel 2005.
Per i palestinesi, l'uscita definitiva e non lo sfollamento momentaneo.

Dalla fine della guerra arabo-israeliana del 1967, il movimento dei coloni ha costruito insediamenti a Gerusalemme est, in Cisgiordania e a Gaza, alzando il livello della sua ambizione.

E' un lavoro di staffetta con l'esercito israeliano che conquista e cede il passo ai coloni per il loro insediamento successivo o viceversa, i coloni si insediano e cedono il passo ai militari che completano l'opera, garantendone il successo.

I gruppi di coloni di estrema destra sono schierati con l'attuale primo ministro che vorrebbero "più coraggioso", avevano percepito Sharon come un traditore della loro causa quando aveva accettato il ritiro dei coloni da Gaza, hanno condannato il primo ministro Menachem Begin quando accettò di restituire la penisola del Sinai all’Egitto demolendo i loro insediamenti.

Dal ritiro israeliano da Gaza, i movimenti dei coloni hanno attuato una violenta disobbedienza contro lo Stato israeliano, mitigata con l'avvento di Netnyahu del quale apprezzano l'attuale massacro del popolo palestinese e la sua deportazione.

I giovani dei gruppi dei coloni religiosi di estrema destra hanno iniziato a effettuare attacchi “price tag” (tag mechir) contro le comunità palestinesi, uccidendo centinaia di palestinesi nella Cisgiordania occupata e a Gerusalemme est.

Il movimento Nachala di Weiss, il Movimento per la Sovranità (Ribonut), è contrario alla teoria dei due stati per i due popoli.

Vuole il solo stato israeliano a comando israeliano che controlli tutto, smantellando ogni autorità palestinese.

La nuova organizzazione Quartier generale per gli insediamenti a Gaza (Chevel Aza), perfettamente allineata al pensiero di Weiss, pare aver fatto trapelare il documento interno del Ministero dell'Intelligence israeliano che ha progettato il trasferimento di 2,3 milioni di palestinesi di Gaza nella penisola egiziana del Sinai.

Crescono le pressioni  dell’estrema destra per re-invadere Gaza.

Amit Halevi, deputato del partito Likud di Netanyahu, ha  presentato un disegno di legge per modificare la legge sul disimpegno del 2005, per cui la Knesset dovrebbe "abrogare la legge che impedisce agli ebrei di entrare a Gaza".

Non sorprende, dunque, che una società immobiliare israeliana abbia pubblicato un annuncio per la costruzione di case sul lungomare di Gaza. "Una casa sulla spiaggia non è un sogno".

La società è già nota per la sua costruzione di immobili dei coloni nella Cisgiordania occupata.

Gi insediamenti militari stabiliti contro la Giordania (che perse il controllo della Cisgiordania), sono diventati  insediamenti civili.

C'è un un legame tra gli insediamenti e la sicurezza nazionale.

Più di 700.000 israeliani vivono in insediamenti illegali nella Cisgiordania occupata e a Gerusalemme Est, costruiti, quasi interamente  su terreni privati ​​palestinesi.

Il ministro della Sicurezza israeliano di estrema destra, Ben Gvir, di origine coloniale, insiste con l'agenda dei gruppi di coloni attraverso le sue politiche estremiste e ha favorito l'armamanento dei civili israeliani con le loro “squadre di pronto intervento” impegnate, armate, a proteggere gli insediamenti. 

Da un punto di vista diverso, la garanzia della sicurezza degli insediamenti nella Cisgiordania occupata è diventata un onere finanziario pesante per Israele.

Secondo alcuni gruppi pacifisti, la protezione militare dei coloni ha contribuito al fallimento nel prevenire l'attacco di Hamas in quanto ha distratto le forze militari dalla sicurezza nazionale. 

Questa "distrazione" ha creato le condizioni per la cacciata dei palestinesi da Gaza e il reinsediamento degli israeliani che, spostate le macerie, cominciano a progettare e costruire le loro nuove ville sul mare, con il sangue dei bambini che, versato nella polvere, non si è ancora asciugato.

La signora Weiss ha detto che non è rilevante, prima vengono i suoi figli.