LE PALESI CONTRADDIZIONI GIURIDICHE SULLA LIBERTA' DEI CANI E DELLE LORO FAMIGLIE IN ITALIA

LE PALESI CONTRADDIZIONI GIURIDICHE SULLA LIBERTA' DEI CANI E DELLE LORO FAMIGLIE IN ITALIA

Giannina Puddu, 1 luglio 2023.

Il fenomeno incivile dell'abbandono dei cani durante l'estate in Italia non conosce tregua.

Si stimano 60.000 abbandoni all'anno.

Per scoraggiare questa scelta immonda e disumana,  l'abbandono di animali domestici è diventato un reato penale punito con l'arresto fino a un anno o con una multa da 1.000 a 10.000 euro (articolo 727 del Codice penale).

La Cassazione, aveva statuito con il decreto 13 marzo 2013 (nel contesto degli accordi in caso di separazione o divorzio) che “il gatto, come anche il cane, deve essere considerato come membro della famiglia e per tali motivi va collocato presso il coniuge separato con regolamento di spese analogo a quello del figlio minore”.

Per contro, premesso che  la normativa italiana  non stabilisce alcuna regola generale di accesso (o divieto di accesso) dei cani nei vari luoghi della quotidianità, in un luogo pubblico o in un luogo privato aperto al pubblico, la scelta di consentire o meno l’accesso dei cani spetta al titolare o al gestore dello stesso.

E, questa discrezionalità, concessa agli amministratori locali vittime dei loro pregiudizi e della loro cultura involuta, determina, in Italia per gli italiani con animali in famiglia, una condizione di vita inutilmente complessa.

E ciò si applica ovunque, compresi gli stabilimenti balneari, luogo di destinazione delle vacanze estive.

Pertanto, se il "gestore" è un troglodita scarsamente emancipato, per le famiglie con cani al seguito scatta l'incubo del non sapere come gestire il cane in vacanza.

Ciò che serve, assolutamente e scritto a chiare lettere non soggette ad interpretazione, è una legge nazionale che stabilisca che ogni animale domestico, in quanto membro della famiglia, possa seguirla ovunque.

Oggi, con la posizione pilatesca del governo centrale che delega la scelta agli amministratori locali e ai "gestori" privati, si verifica anche una inconcepibile discriminazione geografica per cui, la qualità di vita dei residenti è in balia degli umori e dell'arretratezza di chi ne amministra il territorio.

A fronte di tale condizione surreale famiglie orribili reagiscono, dunque, in almeno 60.000 casi, con il più comodo e vile abbandono del loro animale prima di partire per le vacanze.

Tornando al generale ordinamento italiano non c’è una legge che vieti in maniera assoluta di portare i cani nelle spiagge libere.

Ma, si lascia spazio libero ai comuni, alle provincie, alle regioni e alle capitanerie di Porto che possono, mediante ordinanze, limitare o vietare l’accesso ai cani in tutta o in porzioni di spiaggia libera trasformando in un vero incubo la vacanza dei cittadini con cani al seguito.

Il padrone del cane che contravviene alle disposizioni va incontro a sanzioni pecuniarie che vanno dai 150 ai 400 euro!

Esistono varie associazioni in Italia nate per la protezione degli animali.

L' Associazione LAV, per esempio, che si presenta dal suo sito affermando che: Interveniamo da oltre quarantacinque anni (dal 1977 NdR) affinché gli animali non vengano più sfruttati e siano loro riconosciuti pieni diritti. Attraverso campagne, investigazioni e iniziative di recupero, affermiamo uno stile di vita nuovo, basato sulla tutela della vita di tutti gli esseri viventi e dell’ambiente.

Ma, il suo Presidente, Gianluca Felicetti, pare accontentarsi di poco.

In seguito alla trasmissione di una nota del marzo 2023 a Regioni e Asl, nella quale il Ministero della Salute aveva cancellato il divieto generalizzato di ingresso agli animali nei supermercati e negli esercizi commerciali che vendono alimenti, Felicetti aveva esultato dichiarando: È stata ristabilita la chiarezza – divieti ad accesso tout court degli animali negli esercizi di vendita di alimenti, supermercati compresi, non sono stabiliti né da norme nazionali né europee.

Peccato che, anche nel caso, le regole di accesso e le limitazioni siano stabilite dal responsabile legale dell’esercizio.

Pare ci sia veramente poco per cui esultare e, trascorsi ben 45 anni (!!!) dalla costituzione di LAV, la strada percorsa anche da questa Associazione pare tristemente breve e scarsissimi i risultati conseguiti, vista l'attuale situazione italiana.

Il Sole24Ore del 5 giugno 2020, pubblicò un articolo in cui riferiva che, grazie al contributo del 5 per mille 2018, a Enpa, Lav e Wwf erano stati destinati 4 milioni di euro.

Niente male per tre associazioni che operano grazie al "volontariato"!

L'Ente Nazionale per la Protezione degli Animali (ENPA) è la più antica e la più grande associazione animalista italiana.

LAV è l'associazione italiana antivivisezione e, onore al merito, quando se lo guadagna concretamente.

Wwf  (World Wide Fund for Nature) è un'organizzazione internazionale non governativa di protezione ambientale, con sede in Svizzera.

Dagli italiani, con il 5 per mille sui redditi 2018, sulla base del resoconto dell'Agenzia delle Entrate, le tre associazioni figuravano nel ristretto gruppo delle più ricche.

ENPA aveva ottenuto 1.611.000 euro, Lav 1.436.000, Wwf 925mila euro.

A queste cifre, già piuttosto significative, si sommano le "donazioni" private e dirette che si sollecitano con costanza e determinazione e che sono sostenute dalla regola che le rende detraibili dall’imposta lorda ai fini IRPEF per un importo pari al 30% dell’erogazione effettuata, nei limiti di € 30.000 annui oppure deducibili dal reddito complessivo netto nei limiti del 10% del reddito dichiarato.

Ciò che emerge, in sintesi, è: grandi risorse, scarsi risultati.

In Europa il cane è accolto con favore dando coerenza al rapporto tra il dire e il fare.

La Germania è una meta europea dog-friendly, oltre la metà degli hotel tedeschi accetta i cani.

La Foresta Nera e le Isole del Nord sono aperte ai cani, Berlino, Amburgo e Francoforte accolgono gli animali senza divieti.

Il Belgio,  con la sua capitale Bruxelles, una delle città europee dove è più agevole l’accesso degli animali ai trasporti pubblici.

Come pure è ammessa la presenza dei cani nelle Fiandre, in Vallonia, nelle Ardenne.

La Svizzera è uno dei paesi più amati per le vacanze con il cane.

Nessun divieto è imposto a chi voglia camminare o tuffarsi nei laghi montani, sia d'inverno che d'estate.

L' Austria è  una meta dog-friendly.

Spazi aperti ai cani a Vienna, nella regione del Danubio, nelle località montane di Turracher, Hohe, Villach, Saalfelden Leogand.

L' Olanda è perfetta per una vacanza cane e padrone.

Libertà di accesso alle isole del nord Texel, ai parchi naturali.

Amsterdam apre le porte dei mezzi pubblici ai cani.

La Finlandia offre spazi sconfinati della regione dei laghi finlandesi, si può liberamente nuotare e camminare con gli animali al seguito.

L' Europa si sta attrezzando per accogliere i quattrozampe.

All' elenco delle nazioni europee più dog-friendly si aggiungono anche l’Irlanda, dove ci sono agenzie che organizzano itinerari ad hoc per vacanze cane e padrone, la Norvegia, con la bellezza dei fiordi e la Croazia, molto friendly con i quattro zampe che possono accedere alle spiagge libere e prive di "ordinanze" scellerate dettate dalle istituzioni locali.

Anche la  Francia e la Spagna rientrano nell'elenco dei Paesi civili pur avendo introdotto regole severe per l'ingresso di razze di cani pericolosi.

Ma oltre il 50% degli hotel di Parigi ammette i cani che sono in generale ben accetti anche nei in ristoranti, bar, piazze e parchi.

Mentre in Italia, grazie alle "ordinanze" che impongono divieti, complicando la vita delle famiglie che comprendono un animale domestico,  imperversa il fenomeno del randagismo.

In Germania, per esempio, questo orribile fenomeno è assente!!!

La ragione di questa enorme differenza pare chiara....