TERNA. L'ESPROPRIO DEI TERRENI AGRICOLI IN SARDEGNA

TERNA. L'ESPROPRIO DEI  TERRENI AGRICOLI IN SARDEGNA

Redazione, 12 dicembre 2023.

Ivan Monni, ha scritto il pezzo che segue, pubblicato su S'Indipendente, il 5 dicembre scorso:

Voti ed Espropri Tyrrhenian Link: Terna fa cinquina (ma i conti non tornano)

27 ettari (17 nuovi delle due “stazioni-Concu” + 10 della “stazione-Melis” dell’87) sono solo l’antipasto di quello che sarà il sacco di Selargius.

Si aggiungeranno i 100 container di batterie al litio, 25 container e 50 trasformatori.
Dovrà passare il cavo del Tyrrhenian Link e già sono state presentate domande per delle cabine, funzionali ad un impianto eolico off-shore.

Per chi non ha seguito la vicenda dall’inizio, rimandiamo a questi tre articoli:

In questo contesto, la zona grigia dei “guru” della compensazione, ha fornito l’assist al sindaco e a Terna per spaccare il fronte del NO al Tyrrhenian Link; il sindaco più volte si è appoggiato alla loro sponda per glissare sulle richieste e per procedere con il SÌ.

Arrendevoli fatalisti, strillano “non c’è più niente da fare, bisogna trattare solo il prezzo” da mesi prima dell’intesa della regione (10 agosto) e dell’approvazione del ministero (5 settembre). Ignorano le più basiche regole della negoziazione. Cioè, a comandare è il prezzo di partenza2,9 milioni (una tantum), base su cui potranno strappare al massimo un aggiuntivo 0,00X.

In tema di compensazioni è difficile evitare tristi paragoni con i più famosi 30 denari.
In tempi di discount, prezzi ingannevoli, e marketing da spiaggia a Selargius i denari non sono 30il sindaco ne aveva accettato 29.
Sono arrivati a 29, possono arrivare a 30?  

Non basterebbero nemmeno 2,9 milioni all’anno (invece di una tantum) per compensare la distruzione di un pezzo di storia selargina. In cambio Terna avrà ottenuto il consenso pieno, dirà nei TG che ha trovato l’accordo e che tutto si è concluso al meglio per la comunità selargina.
Salverà l’immagine, in tempi in cui l’immagine è tutto.

La perdita delle campagne sarà un punto di non ritorno per l’intera identità selargina, di cui spesso ci si vanta a sproposito, esponendo crismi di purezza selargina al 100%, mentre “selargini doc” con il pedigree “puro” (l’incredibile parola pronunciata a sproposito, dalla presidente del consiglio Maria Chiara Contu, mentre presiedeva l’assemblea) come Melis e Concu, hanno distrutto e stanno distruggendo quel che resta della storia dell’ex paese del vino.

Il sindaco Concu vorrebbe svendere un patrimonio identitario selargino enorme, concentrandosi sulle compensazioni elemosiniere di Terna, ignorando la montagna di soldi del PNRR a disposizione.
Chi ha pane non ha denti, e anche questa è un’altra enorme responsabilità di cui, passata invano l’ondata di disponibilità di soldi, dovrà rendere conto.

La cronaca delle ultime due sedute comunali.

Nel consiglio comunale del 30 novembre l’amministrazione, ha cercato di truccare le carte. Ha inserito le compensazioni a Terna dentro il DUP (documento unico di programmazione, fondamentale per il bilancio) blindato al voto e al riparo da troppa pubblicità.

Peccato che l’amministrazione ha fatto male i conti e nei vari paragrafi del documento c’è un salto dal 05 al 07Mancava il paragrafo 06, proprio quello relativo allo sviluppo delle campagne.
I conti non tornano.

Inoltre, alcuni dati presenti in bilancio facevano riferimento (nero su bianco) al 2022, ma interpellati i tecnici, riferiscono che in realtà erano relativi al 2021, quelli del 2022 non sono ancora disponibili.
Ancora conti che non tornano.

Una opposizione estremamente lucida, supportata dagli occhi attenti del Comitato Selargino, presente ma non silente, ha smascherato i trucchi.
A quel punto, il DUP viene svuotato dei contenuti principaliinclusa la compensazione del Tyrrhenian Link, e votato a maggioranza.
La seduta, durata 4 ore, termina alle 23.
Tutto da rifare per Concu.

La vittoria ha durata breve.
Il giorno dopo
 (con un tempismo perfetto) forse convinta che il DUP contenente le compensazioni sarebbe stato approvato, Terna pubblica nelle pagine dell’Unione Sarda i nomi degli espropriati, con l’esecuzione del termine di 30 giorni.

Il cappio inizia a farsi troppo stretto e i margini di manovra esigui.
Nel consiglio comunale del 30 novembre erano presenti i carabinieri e, scrivono dal Comitato “in campagna, nel piazzale della stazione TERNA già esistente, spunta un container per la vigilanza privata Vigilpol, che batte perennemente tutte le strade delle campagne e staziona costantemente davanti alla stazione”.

Il malcontento si moltiplica, non si contano più le scritte nei muri (quella in copertina è stata prontamente cancellata).

Infine il voto del consiglio comunale del 5 dicembre.
Davanti a vigili, carabinieri e ad un folto pubblico tirato in ballo dal solito comitato (ancora presente, ma non silente) dopo le prime schermaglie tattiche l’opposizione espone la strategia: da Francesca Olla viene presentata un’interpellanza con la richiesta di ricorso al presidente della Repubblica, l’unico strumento legale ancora possibile nei tempi stretti a disposizione. La proposta è accompagnata da un sapiente lavoro corale di richiesta di collaborazione alla maggioranza, da parte dei consiglieri Olla, Camba, Zaher, Lilliu, Maccioni, Deiana, Porcu, Cioni.

Dopo una lunga pausa di consultazione, due esponenti della maggioranza (M. Mameli e Cappai) aggiungono la propria firma al documento della minoranza, mentre il resto della maggioranza lascia l’aula, con la vana speranza di far mancare il numero legale.
Il risultato del voto è ormai scontato: passate le ore 23,30 con il numero legale al minimo, tutti votano a favore del documento.
Tutti tranne due, che si astengono: il novello don Abbondio sindaco Pierluigi Concu (che non poteva lasciare l’aula senza sfilare davanti al comitato) e la presidentessa Contu (che presiedeva l’aula, dunque obbligata a restare).

Il risultato è un doppio treno che corre in due direzioni opposte: gli espropri di Terna che procedono a tutta velocità con la scadenza dei 30 giorni. Dall’altra procede il ricorso presentato dal comune di Selargius, che finalmente ha restituito onore e una direzione chiara al paese.

E ora i conti non tornano per Terna, soprattutto quando sono fatti senza l’oste.
Il resto è imposizione dall’alto che non può che avere un solo nome: un atto coloniale in piena regola.