VIGILANZA E PRESSING SULLE CASSE DI PREVIDENZA. IL PRESSING DEL MEF SULLE CASSE

VIGILANZA E PRESSING SULLE CASSE DI PREVIDENZA. IL PRESSING DEL MEF SULLE CASSE

Trento, 10 novembre 2022. Di Paolo Rosa, avvocato esperto in Diritto del Lavoro e Previdenziale. Cassazionista.

Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali svolge attività di vigilanza sulla previdenza obbligatoria gestita dagli enti previdenziali di diritto privato (associazioni e fondazioni) di cui al d.lgs. n. 509 del 30 giugno 1994 e al d.lgs. n. 103 del 10 febbraio 1996, di concerto con il Ministero dell'Economia e delle Finanze e con il Ministero della Giustizia, limitatamente alla Cassa di Previdenza Forense e alla Cassa del Notariato.

Milano Finanza aveva dato notizia che ENPAM, ENASARCO e INARCASSA avrebbero potuto aderire all’aumento di capitale di MPS su pressing del MEF.

Pressing?

Può un vigilante com’è il MEF fare pressing sulle Casse per indirizzare o sollecitare un determinato investimento?

E se poi l’investimento va male, il MEF ne risponde?

«Il direttore generale del Mef ha passato gli ultimi giorni alla ricerca di investitori per Mps.

L’aumento di capitale non è risolutivo in sé ma serve per comprare tempo e pagare gli esuberi massicci per poi trovare un vero acquirente.

Ha coinvolto fondazioni bancarie, per decenni considerate il male del sistema, e casse previdenziali su cui il Tesoro ha ruolo di vigilanza per convincerle a un investimento in perdita.

Tutto per evitare il burdegn sharing, che significherebbe un prima e un dopo per il sistema italiano, ma che ora vedrebbe coinvolti azionisti, che hanno già perso quasi tutto, e investitori istituzionali come i fondi di investimento» (La bomba Monte dei Paschi che il governo prova a nascondere, Giovanna Faggionato, Domani, 29 ottobre 2022, www.editorialedomani.it).

«Mps ha chiuso in forte calo a Piazza Affari il 3 novembre 2022, giorno in cui si è concluso l'aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro. L'istituto senese ha terminato le contrattazioni in flessione del 5,4%, a 1,84 euro, l'8% in meno dei 2 euro a cui è stato venduto il titolo nell'ambito della ricapitalizzazione.

La Borsa valorizza la banca senese 2,3 miliardi di euro, 200 milioni di euro in meno di quanto entrerà in cassa con la ricapitalizzazione» (www.ansa.it).

Le Casse di previdenza dispongono di provvista che deriva da contributi previdenziali obbligatori, destinati al finanziamento delle pensioni.

Il rischio di un tale investimento, a mio giudizio, è incompatibile con la natura previdenziale della provvista. Ma tant’è.

Si ha notizia che solo ENPAM e INARCASSA hanno partecipato alla ricapitalizzazione per ridurre l’inoptato.

La situazione di MPS è ben illustrata nella relazione che nel maggio del 2021 il MEF ha fatto al Parlamento.

https://www.mef.gov.it/ufficiostampa/articoli/2021_2023Daniele_Franco/Informativa-del-ministro-Daniele-Franco-alleCommissioni-Finanze-di-Camera-e-Senato-su-Banca-Monte-dei-Paschi-di-Siena/)

Ognuno può fare le valutazioni che ritiene utili.

Per completezza di informazione riporto il comunicato di Inarcassa, scaricato dal sito ufficiale dell’Adepp: «Il Consiglio di Amministrazione di Inarcassa ha deliberato l’aumento di capitale per il riassetto di Banca Monte Paschi di Siena per un ammontare complessivo pari a 20 milioni di euro. “Si tratta di un’importantissima operazione di sistema – dichiara il presidente Santoro – a fronte di un progetto industriale dai contorni più coerenti rispetto a quelli prospettati nel 2017.

Un’operazione mirata al rilancio del Paese per tornare a crescere”.

Nell’ambito del portafoglio di partecipazioni dirette in società quotate italiane, il CdA di Inarcassa ha deciso di sfruttare la storica correlazione positiva tra andamento dei tassi di interesse e redditività del settore bancario, per integrare le posizioni sulle poche società bancarie già in portafoglio.

E’ da intendersi in tal senso la delibera di partecipare all’aumento di capitale promosso da MPS, nonché l’aumento della propria quota di partecipazione al capitale di altri importanti Istituti di credito.

“In tal senso – conclude Santoro – va considerata positivamente l’unità di intenti con il mondo delle Fondazioni bancarie, foriero di future sinergie”».

Posso solo aggiungere che secondo la teoria di F. Bastiat, Parigi 1850, questo è un caso di spoliazione legale, tipica espressione del regime imbecillocratico (si veda il mio precedente articolo Il MES e il patrimonio preda del 21.04.2020).

Come scriveva l’autore citato: «Voi vorreste un privilegio per pochi, io chiedo libertà per tutti».