Anasf, la comunidad

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Anasf, la comunidad

Il 9 novembre 2011 inviavo ad alcuni miei colleghi una mail che conteneva questo allegato:

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La mia iniziativa puntava a offrire ai colleghi della concorrenza e ai loro clienti, in un contesto difficile come quello della crisi finanziaria degli ultimi anni, un’alternativa valida alle difficoltà e alle amarezze di una gestione difficile, resa ancora più ardua dalle complicazioni normative.
In sostanza, proponevo ai colleghi della concorrenza stanchi della routine e intenzionati a ritirarsi, di cambiare banca e passare in quella in cui opero attualmente, segnalandomi il portafoglio con le migliori garanzie sia per se stessi sia per i loro clienti.

Ovviamente, come spesso accade alle iniziative che hanno il pregio dell’innovatività e della praticità, anche questa ha svegliato qualcuno dai profondissimi sonni in cui era immerso da decenni e questo brusco risveglio lo ha irritato. Per cui un collega del Piemonte, attraverso il comitato regionale di quella regione ha segnalato la mia iniziativa all’ANASF sostenendo che era contraria agli interessi dei clienti. Be’, il colmo dato che l’idea è proprio quella di offrire ai clienti “l’assistenza di un team di esperti nella banca più solida d’Italia”.

Ma c’è di più, prima di inviare la mia mail, io mi ero consultato con un legale (un ottimo legale, tra l’altro), che oltre a garantirmi la completa liceità dell’iniziativa “Prestatemi Orecchio!”, mi rassicurava anche che l’email inviata non poteva essere considerata un’offerta concreta, ma un semplice pour parler senza alcun rilievo disciplinare.

L’ANASF, a questo punto, avrebbe potuto archiviare l’esposto considerandolo irrilevante. Invece, mi ha convocato a un’audizione di fronte ai Probiviri.
Io mi sono presentato e ho sostenuto esattamente quanto ho detto: che la campagna “Prestatemi orecchio!” è una proposta di collaborazione ai colleghi promotori nel caso in cui volessero cessare l’attività; cambiando banca, passando a quella in cui opero e segnalandomi l’intero portafoglio clienti, magari con una contestuale presentazione personale. La cosa è perfettamente legale e nessun promotore finanziario incorrerebbe in alcuna sanzione in quanto prima cesserebbe il rapporto con la propria banca e sono in seguito segnalerebbe il parco clienti al sottoscritto. In questo modo tutti, promotori e clienti, avrebbero vantaggi economici e di assistenza, anche perché faccio da sempre questo lavoro con grande impegno e passione.

Il Collegio dei Probiviri ha di fatto accolto la mia difesa e compreso il senso della mia iniziativa che consisteva in una grande operazione di valorizzazione di promotori finanziari che vogliono cambiare lavoro: un modello di comportamento del tutto legittimo, riconosciuto dalla Consob e assolutamente non sanzionabile. Anzi, per i colleghi che accettano la proposta di cambiare banca è prevista un’efficace assistenza legale e commerciale completamente gratuita.

Tuttavia, forse perché non potevano accettare di essersi scomodati per niente, i Probiviri hanno ritenuto lo stesso di dovermi irrogare una sanzione per quanto minima come il “richiamo scritto”, perché la mia mail “poteva indurre a pensare...” e mi ha “invitato a non incorrere più in futuro in un comportamento del genere”.
Insomma: dietro la lavagna fino alla fine della lezione!

Per questo ho deciso di ricorrere, com’era mio diritto, al Giurì dell’Ordine che è formato da tre tecnici veramente super partes, personaggi del calibro dell’avvocato Vincenzo Roppo e dei  professori Mario Deaglio e Guido Ferrarini, Perché, se non ho commesso nulla di irregolare, non vedo perché dover essere sanzionato, anche se con una pena minima.

In Italia, ultimamente, si sente spesso il bisogno di ricorrere ai tecnici per risolvere le questioni spinose. Evidentemente anche nel “Condominio ANASF”, (dove se un condomino si sveglia con la luna storta, si convince subito che la colpa di ciò sia del suo vicino e quindi si crede subito in diritto di lagnarsi con l’Amministratore), c’è bisogno di rivolgersi a qualche tecnico.
Risultato?

Il Giurì ha annullato la decisione del Collegio dei Probiviri e mi ha tolto la sanzione.

Bella soddisfazione, d’accordo, ma mi faccio, anzi vi faccio qualche domanda.
Certo, è giusto che l’ANASF accolga e valuti tutti gli esposti e i ricorsi dei soci, ma non sarebbe opportuno, prima di procedere, valutare bene se c’è motivo di procedere?
I vari comitati regionali non dovrebbero magari informarsi meglio prima di scendere in campo lancia in resta?
Il Presidente dei Probiviri, che ha persino richiesto un parere legale sulla questione e che mi ha fatto perdere tempo inutilmente, non dovrebbe dimettersi per incompetenza?
E le spese che l’ANASF ha pagato per la consulenza dei tre superconsulenti chi le paga? La nostra associazione o chi ha incautamente promosso un procedimento insensato?
E per il tempo che ho perso a chi devo mandare la fattura?

Nicola Scambia

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