Fineco, risarcita risparmiatrice raggirata, anche se in concorso di colpa

Finecobank ha rinunciato, per ragioni tecnico giuridiche, a proporre appello.

Dunque la sentenza del Tribunale di Genova che l`ha condannata al risarcimento di una cliente truffata da uno dei suoi promotori, assistita dall`avvocato Claudio Renzini, è diventata definitiva. Una cifra originaria di 75mila euro che, grazie alle rivalutazioni del caso, è lievitata a 119mila euro.

La pronuncia del Tribunale del capoluogo ligure è interessante soprattutto perché ha espresso un orientamento completamente diverso rispetto a quello già manifestato dal Tribunale di Savona, la principale area in cui lavorava il promotore, che sulla medesima vicenda, si era più volte espresso in senso opposto.

Ma procediamo per tappe. Il promotore in questione si chiama Walter Merlino, ex Ing sviluppo, ex Xelion, ed ex Finecobank. E immortala, in modo classico, l`icona di tutti i promotori che scappano con la cassa. Si decide di cambiare vita e si pianifica il `colpaccio`. Si decide una destinazione di fuga (in questo caso Santo Domingo), si scelgono i clienti più `vulnerabili` e si inizia a «cubare» un montante che, quando raggiungerà la soglia desiderata, consentirà di piantare tutto e fuggirsene all`estero. Meglio in paesi dove le procedure di estradizione sono meno dinamiche.

Come fare a scegliere i clienti più vulnerabili? Semplice. Li si seleziona tra coloro che (caso a) hanno versato assegni intestati o al promotore finanziario o a persone diverse, ma soprattutto non intestati all`intermediario, oppure tra coloro che (caso b) abbiano versato soldi in contanti. In questi casi è più semplice per chiunque compiere raggiri.
Se poi i clienti in questione mostrano una particolare disattenzione nel disbrigo delle più elementari pratiche bancarie, allora il promotore infedele inizia a fregarsi le mani: il gioco è quasi fatto. In tutti questi casi il comportamento del cliente si configura come negligente.

E se il comportamento del cliente è negligente, se ne può dedurre che nel raggiro, esattamente come in un incidente stradale, si configuri un concorso di colpa. Sul punto la giurisprudenza in Italia si è espressa a macchia di leopardo. Alcuni Tribunali ritengono tale concorso di colpa come un elemento tale da inficiare ogni chanche di risarcimento, altri a temperarlo e declinarlo, nelle percentuali di rimborso, a seconda dei vari gradi di corresponsabilità del cliente. Ed è proprio questa la ragione che ha spinto il legale di Finecobank a rinunciare a proporre appello contro la sentenza. Perché il giudice genovese, nella motivazione, ha esplicitato, pur dando semaforo verde al risarcimento, l`esistenza di una cospicua `dose` di negligenza nel comportamento del cliente, affermando così un principio di giustizia a lei favorevole.

Articolo tratto da Il Sole 24 Ore

``