I NECROFAGI. UNA NUOVA CATEGORIA PROFESSIONALE EMERGENTE. SAREBBE UTILE UN'INDAGINE A TAPPETO.

I NECROFAGI. UNA NUOVA CATEGORIA PROFESSIONALE EMERGENTE.  SAREBBE UTILE UN'INDAGINE A TAPPETO.

Redazione, 1 febbraio 2022.

In Italia, la crisi economica risale a molti anni prima dell'avvento del Covid che, con la sua nuova presenza molto ingombrante, ha moltiplicato i problemi.

Questa sovrapposizione diabolica ha fatto fallire  migliaia di piccole e medie imprese ed ha tolto il lavoro a milioni di persone.

L'economia italiana è fatta, per il 95%, da imprese con meno di 10 addetti e quando la scure della crisi si leva, per queste, morire è facile.

Tra le cause principali della debacle delle PMI figura il ritardo nei pagamenti, da parte dell'amministrazione pubblica e tra le stesse imprese.

Questa, la spiegazione della CGIA di Mestre che riferisce che tra il 2008 ed il 2012 i fallimenti causati dai ritardi dei pagamenti sono cresciuti del 114% con 60.000 posti di lavoro persi.

Secondo il rapporto INPS, nel periodo compreso tra il 2009 ed il 2018, il numero delle imprese italiane (escluso il settore agricolo) è sceso da 1.716.948 a 1.655.982 e, quindi, ci siamo persi 60.966 imprese!

Se, con prudenza, attribuiamo una media di solo 5 dipendenti per azienda, il numero delle persone che hanno perso il lavoro è stato pari a 304.830.

Oltre gli stessi imprenditori andati a gambe all'aria con le loro famiglie.

Poi, il Covid, ufficialmente rilevato a febbraio 2020, anno nel quale, sempre secondo i dati elaborati da CGIA Mestre, il fatturato delle PMI è sceso di 420 miliardi (mentre i giganti del web hanno incrementato del 17% il loro fatturato).

Paolo Zabeo, coordinatore dell'ufficio studi, ha detto che Al netto delle misure a sostegno della liquidità e agli effetti dello slittamento delle scadenze fiscali il  Governo (Conte) quest’anno ha stanziato 29 miliardi di euro di aiuti diretti alle imprese colpite dalla pandemia. Ciò vuol dire che a fronte di un crollo del fatturato dell’intero sistema economico del nostro Paese di circa 420 miliardi di euro, il tasso di copertura ha sfiorato il 7 per cento.

Tasso di copertura tanto basso da decretare la morte di ulteriori attività, stremate dalle crisi precedenti e finite in epoca Covid.

In questo contesto economico devastante, tra  gli effetti pratici, domina l'impossibilità di pagare regolarmente le rate dei mutui sottoscritti per l'acquisto delle abitazioni, delle sedi commerciali, dei capannoni, etc...

Quindi, scattano e sono scattati i pignoramenti immobiliari e le successive svendite all'asta di tutte queste proprietà.

Intorno a questo scenario di morte si è costruita una rete di nuovi "professionisti necrofagi", specializzati nell'assalto alle proprietà di imprenditori e lavoratori annientati  dal vento economico contrario.

Non importa se uno abbia già pagato il 70% delle rate o il 10% delle rate.

Il destino è identico.

Si perde la gran parte di quanto si è già versato e si perde il bene che finisce divorato da questi predatori spietati, impegnati nella ricerca degli affari tra le disgrazie degli altri.

Già nel febbraio 2021, si era registrata un'impennata delle aste immobiliari pari al +63,5%, decretando un vero e proprio boom che aveva coinvolto anche  interi alberghi, castelli, teatri, ospedali, oltre ai capannoni, alle civili abitazioni, agli uffici.

Nel mucchio di questi nuovi cadaveri, si è formata e rafforzata una pletora di addetti necrofagi che, con apposite campagne pubblicitarie, invitano apprendisti a fare affari.

Tra gli apprendisti figurano molte persone "normali", spesso stranieri, che puntano all'acquisto di un immobile che, in condizioni normali, non potrebbe permettersi di avvicinare.

Tutti affari che grondano sangue.

Il sangue di chi, in questo ambiente diabolico, perde tutto ciò per cui ha sgobbato in un'intera vita e in cui, magari, aveva la residenza per sè e per la sua famiglia.

E' un sitema cinico e barbaro che dovrà essre ripensato dai legislatori che si sono espressi fin qui con atteggiamento bancocentrico.

E, se le stesse regole sono sbagliate e da riscrivere completamente, c'è da aggiungere che, ai più affamati professionisti necrofagi, non basta neppure questo e, spesso, si organizzano per ottimizzare il loro profitto, violando le regole che pure già li favoriscono oltremodo.

In provincia di Sassari, gli inquirenti, coordinati dal PM Giovanni Porcheddu,  avevano sgominato una vera e propria associazione a delinquere guidata da un dipendente del locale Istituto vendite giudiziarie.

Secondo gli investigatori, questo losco figuro, grazie al suo ruolo, forniva ai complici informazioni utili per assicurarsi appartamenti e capannoni dalle aste giudiziarie per poi rivenderli a prezzi maggiorati grazie ai "soci" della «Reale Immobiliare» ,della  «P.R. Edil» e P.R. Immobiliare.

Ad Avellino, aste immobiliari giudiziarie pilotate per favorire sempre lo stesso gruppo imprenditoriale e il  consiglio comunale di Avellino "viziato" dalla presenza di consiglieri eletti grazie ad accordi con un clan camorristico coinvolto in queste "operazioni".

Le leggi che andrebbero riscritte, completamente, per determinare una proporzione seria tra i diritti dei creditori (banche) e i malcapitati debitori, sono pure piene di falle che consentono ai delinquenti della peggiore specie di entrarvi per fare affari.

Un'indagine che fosse fatta "a tappeto", potrebbe scoperchiare un immenso vaso di Pandora.

Sarebbe da rivedere tutta la procedura che incarica gli Istituti Vendite Giudiziarie, dovrebbero regolarsi i tempi di vendita successivi agli acquisti fatti in asta, si dovrebbe dare peso alle cause che determinano il debito e si dovrebbe riequilibrare il diritto delle parti coinvolte.

E, più a monte, urge la riscrittura delle norme che regolano i rapporti tra banche e clienti sul terreno dell'usura e dell'anatocismo che contribuiscono ad alzare il tetto del debito e, per cui, nei tribunali italiani, è di ventato troppo complicato se non perdente, l'esercizio della difesa su questi piani.

Capita, per esempio, pur potendo, in teoria, opporsi ad un pignoramento immobiliare sulla base di un mutuo viziato da usura, che  il giudice non si dia neppure la pena di far controllare i numeri incaricando un CTU.

Questa pena, per un giudice, dovrebbe essere un obbligo e non uno spazio libero.

Per usura accertata, l'opposizione ad un pignoramento immobiliare sarebbe fondata, obbligando ad una corretta ridefinizione dei calcoli e, quindi, del reale debito.

Anche questo, purtroppo, contribuisce ad appagare l'appetito famelico dei professionisti necrofagi mentre devasta la vita delle famiglie coinvolte.