I `diktat` dell`Ocse sulla politica economica italiana

L`Italia ha avviato ``un ambizioso programma di riforme`` volto a ripristinare la sostenibilita` delle finanze pubbliche e migliorare la crescita a lungo termine.

Assieme alle misure intraprese a livello dell`area euro, questi ``auspicati interventi`` hanno ``ridotto i rischi di rallentamento economico e potrebbero aiutare l`Italia a uscire dalla recessione gia` nel corso del 2013``.

Tuttavia, con un rapporto debito pubblico/Pil vicino al 130% e un piano di ammortamento del debito particolarmente pesante, l`Italia ``rimane esposta ai cambiamenti improvvisi dell`umore dei mercati finanziari``. La priorita` e` quindi la ``riduzione ampia e prolungata del debito pubblico``.

E` il quadro disegnato dall`Ocse, ripreso per argomenti da Asca, nel suo rapporto annuale (2013) sull`economia italiana, secondo cui i risultati ottenuti grazie alle recenti riforme strutturali ``devono essere consolidati`` e sono necessarie ulteriori misure volte a promuovere la crescita e migliorare la competitivita`, per rimettere l`Italia sulla strada di una ``crescita sana``.

- ADDIO RECESSIONE NEL 2013. Nella sua analisi sull`economia del Belpaese (l`ultima era stata sviluppata nel 2011), l`Ocse plaude all```ambizioso programma di riforme`` avviato dal governo Monti: concentrato sul risanamento e volto a ripristinare la sostenibilita` delle finanze pubbliche.

Un ventaglio di riforme, da quella del mercato del lavoro al decreto Trasparenza nella Pubblica amministrazione, passando per il piano annunciato ad aprile per ridurre ``significativamente`` i debiti arretrati della P.A., che potrebbe aiutare il Belpaese - si legge - a ``uscire dalla recessione gia` nel corso del 2013``. Il Pil ``non dovrebbe iniziare a crescere prima del 2014``, quando registrera` - stando alle previsioni - un +0,5%, in ripresa da un`economia che nel periodo 2013-2014 restera` comunque ``debole``.

- PESANTE DEBITO PUBBLICO. La riduzione del debito pubblico e` una delle principali raccomandazioni inserite nell`analisi dell`Ocse. Un debito definito dalla stessa Organizzazione ``particolarmente pesante``, che lascia l`Italia esposta ai ``cambiamenti improvvisi dell`umore dei mercati finanziari``.

Qualora il Belpaese non prosegua con ulteriori interventi di consolidamento di bilancio e non apra ad operazioni di privatizzazione e di liberalizzazioni delle professioni, c`e` infatti il rischio che il debito pubblico a fine 2014 possa ``raggiungere il 134% del Pil``.

Si tratterrebbe, nel peggiore dei casi, di un indebitamento netto, ``peggiore rispetto alle stime del governo`` Monti, che nel Def varato in aprile aveva previsto per il 2014 una discesa del debito al 129%, per poi passare ad un 125,5% nel 2015.

Il debito pubblico italiano e` oggi ``tra i piu` alti dei Paesi dell`Ocse e da due decenni supera il 100% del Pil. Il suo rinnovo - stima ancora l`Ocse - richiedera` circa 400 miliardi di euro l`anno`` nel lungo periodo.

- CRESCITA SANA. La seconda super-raccomandazione proveniente da Parigi e` l`implementazione di misure volte al rilancio della crescita in Italia. Apprezzando l```importante azione di risanamento fiscale`` avviata nel 2012, l`Ocse sottolinea che i ``risultati ottenuti grazie alle recenti riforme strutturali devono essere consolidati`` attraverso l`implementazione di ``ulteriori misure volte a promuovere la crescita e migliorare la competitivita```. L`obiettivo e` che il Paese intraprenda nel piu` breve tempo possibile la ``strada di una crescita sana``.

- RISTRUTTURARE FISCO. L`Ocse avverte anche che l`Italia non deve allentare la sua politica fiscale se vuole ``mantenere il pareggio di bilancio in termini strutturali`` come promesso, poiche` solo cosi` - a differenza di quanto accadde negli anni `90, poco prima di entrare nell`Unione monetaria - evitera` il ``dissolversi dei vantaggi derivanti dal consolidamento``.

E` anche necessaria tuttavia una ristrutturazione del sistema fiscale ``per ridurre le distorsioni``, in particolare - spiega l`Ocse - ``tramite la riduzione delle agevolazioni fiscali``.

- LIBERALIZZAZIONI E INDENNITA` DISOCCUPAZIONE. Bene la riforma Fornero, ``la prima`` ad aver affrontato i delicati nodi che intrecciano il mercato del lavoro in Italia, ma si punti a ``una serie di riforme strutturali tese a favorire la crescita e l`istituzione di un nuovo sistema d`indennita` di disoccupazione``. Sull`occupazione l`Ocse lancia un monito chiaro al governo e sottolinea il rischio di un aggravarsi della poverta` che dal 2009 ha colpito gran parte delle famiglie italiane.

Secondo l`Ocse le vie da percorrere sono un`apertura alle liberalizzazioni, attraverso la ``rimozione delle restrizioni ancora esistenti nel settore dei servizi professionali e dei servizi pubblici``, nonche` la promozione e l`inclusione dei cittadini nel mercato del lavoro.

- BANCHE A RISCHIO. Sugli istituti di credito, infine, fa scuola lo scandalo Monte dei Paschi di Siena. Sebbene il sistema bancario in Italia ``si sia dimostrato complessivamente solido diversi istituti di credito hanno incontrato gravi difficolta``` e ``il settore finanziario rimane esposto a rischi sistemici``, avverte infatti l`Ocse, aggiungendo che ``occorre incoraggiare le banche ad aumentare gli accantonamenti per perdite e continuare a incitarle a soddisfare le loro esigenze di capitale tramite l`emissione di nuove azioni``, o la cessione di ``attivita` non strategiche``.

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