Imprenditori e professionisti, l’Italia si chiude in sé stessa

Costi contenuti e rete di contatti internazionali per spostare il proprio business all’estero? Criteri marginali nell’ottica di valutazione dell’efficienza dei servizi di uno studio legale o di una boutique finanziaria.

In una contingenza economica in cui le espressioni “crisi”, “contenimento delle spese” e “internazionalizzazione” vengono utilizzate di continuo fino al rischio dell’usura, l’indagine realizzata dal Centro Studi del Quotidiano Finanzaediritto.it ha dimostrato che – anche in periodo di recessione – qualità e capacità di risolvere i problemi sono considerati parametri prioritari rispetto all’economicità e al network internazionale. È quanto emerge dalla ricerca promossa dal Centro Studi Finanziari, Giuridici e Sociali (Centro Studi del Quotidiano Finanzaediritto.it) con la collaborazione scientifica della rivista Family Office – L’investitore, del Comitato Scientifico del Premio Internazionale Le Fonti (www.premiolefonti.it) e del Professor David Ward.

L’indagine, che presenta sia aspetti quantitativi che qualitativi, è stata condotta attraverso un questionario online rivolto ad oltre 40 mila imprenditori e top manager di aziende italiane nonché a operatori del mercato finanziario e a professionisti legali. L’analisi ha valenza prettamente descrittiva ed è stata volta a valutare le migliori imprese italiane internazionalizzate, i migliori operatori bancari e finanziari e i migliori studi professionali che saranno celebrati durante la cena di gala del Premio Internazionale Le Fonti il 28 giugno 2012 a Milano. In particolare le percentuali di risposta più alte sono state quelle relative alle domande sui migliori studi professionali (44,3%), seguite dalle migliori strutture bancarie e finanziarie (34,2%) e dalle migliori imprese (31,1%). Hanno risposto manager e dipendenti del mondo delle aziende (per un totale del 57,6%) e i professionisti (39,6%). La ricerca è rivolta principalmente ai clienti e potenziali clienti delle categorie di imprese e studi professionali in oggetto ed ha come scopo ulteriore quello di individuare quali siano i criteri più seguiti nella valutazione degli operatori del mercato legale e finanziario. Nel questionario erano presenti infatti due domande relative a ciò che viene ritenuto più importante quale parametro per giudicare le performance di uno studio legale o di una boutique finanziaria. Le possibili risposte annoveravano: qualità del servizio, costi, capacità di risolvere i problemi, rendimento e network internazionale. Era possibile modulare l’intensità della risposta con una scala da 1 a 10 a seconda della rilevanza del criterio. Il network internazionale è risultato il parametro meno significativo per stimare sia un servizio legale che un servizio finanziario (valutazione media 7.10 per servizi finanziari e 7.03 per quelli legali). Un dato shock se si considera che le più recenti analisi di mercato attribuiscono all’internazionalizzazione uno dei fattori di maggior successo di molte società italiane. Il caso Fiat insegna. La qualità si è classificata invece al primo posto sia per i servizi finanziari (9.35) che per quelli legali (9.67). I costi, sorprendentemente vista l’attuale congiuntura, sono un criterio giudicato meno determinante (per i servizi finanziari valutato 8.12 e per quelli legali 8.15) rispetto alla capacità di risolvere i problemi (valutazione media di 9.07 per i servizi finanziari e 9.74 per quelli legali) e al rendimento (unicamente presente per la valutazione dei servizi finanziari con una media di 8.79).

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