NOVEMILASEICENTONOVANTASETTE EURO AL GIORNO (!) IL NUOVO COSTO MASSIMO APPLICABILE PER LA TERAPIA INTENSIVA COVID

NOVEMILASEICENTONOVANTASETTE  EURO  AL GIORNO (!) IL NUOVO COSTO MASSIMO APPLICABILE PER LA TERAPIA INTENSIVA COVID
G. U. 21 novembre 2021 n. 276

Giannina Puddu, 23 novembre 2021.

L'avvento della "Pandemia Covid" e l'introduzione dello "Stato di Emergenza" relativo hanno ribaltato e continuano a ribaltare i nostri stili di vita, hanno chiuso una valanga di piccole e medie imprese, hanno incrementato il numero dei "poveri" in modo destabilizzante,  hanno generato nuove fonti di ricavo  per vecchi e nuovi super privilegiati che impattano, con il segno negativo, sui bilanci statale e locali.

Oppure, a finanza invariata, trasferiscono risorse alle aziende sanitarie, sottraendole alle precedenti destinazioni.

Due giorni fa, il 21 novembre 2021, in G.U. n. 276 è apparsa la nuova disposizione che autorizza  l'incremento del costo massimo finanziabile per i ricoveri nel caso siano causati da infezione Covid.

In Gazzetta, il solito minestrone che parte dalla Fusione per incorporazione delle Parrocchie di S. Alessandro e di S. Giuseppe nella Parrocchia di S. Maria Assunta, in Riva del Garda, con contestuale devoluzione del patrimonio. (21A06756)...

Poi, ancora su imput del Ministero dell'Interno, la previsione dello Svolgimento di lavori di pubblica utilità da parte dei soggetti destinatari del D.A.SPO., per la richiesta al Questore della cessazione degli ulteriori effetti pregiudizievoli del divieto, adottato ai sensi dell’articolo...

Come se i soggetti destinatari di D.A.SPO. (cosa che abbiamo appena imparato in quanto ha colpito Stefano Puzzer, colpevole del suo banchetto in piazza, a Roma), siano una categoria destinata a crescere così da "offrirle", normandola dettagliatamente, l'opportunità di redimersi con "i lavori socialmente utili".

E' il criptico esempio della legislazione italiana: possiamo intendere che, per esempio, Puzzer potrebbe tornare a Roma se si mettesse a scopare via Veneto?

E il punto:

il Ministero della Salute, di concerto con il Ministro dell'Economia e delle Finanze ha decretato la Remunerazione di una funzione assistenziale e di un incremento tariffario per le attività rese a pazienti affetti da COVID-19.

Si legge:

Viste le delibere del Consiglio dei ministri del 31 gennaio 2020  e successive con le quali è stato dichiarato e prorogato lo stato di emergenza sul territorio nazionale relativo al rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili;...

Quindi, tutto parte dal gennaio 2020, con il Governo Conte.

Ed anche:

Considerato che, al fine di garantire la compatibilità economica nell’applicazione del presente decreto, le regioni e le province autonome devono fare riferimento sia alla rimodulazione del proprio fabbisogno sanitario in funzione dell’emergenza COVID-19 sia alle complessive risorse assegnate a valere sul finanziamento ordinario a carico dello Stato, ivi incluse quelle previste dall’art. 3, comma 6 del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18 e devono rispettare le proprie regole di programmazione regionale/provinciale nel rispetto dei vincoli di bilancio;

Questa indicazione del rispetto "dei vincoli di bilancio" induce il dubbio che l'incremento dei valori massimi delle tariffe sanitarie, se fosse applicato, dovrebbe trovare copertura nelle risorse già disponibili e non già in nuove riosorse. 

Se questa fosse la corretta interpretazione, ne consegue che i cittadini della regione interessata dovrebbero rinunciare ad altri servizi, magari essenziali; 

Se, invece, fosse sbagliata e fosse prevista una procedura di ristoro statale a favore delle regioni, avremmo l' ulteriore incremento del debito dello stato con utilità da dimostrare.

Quet'ultima ipotesi, premessa la discrezionalità prevista in capo alle regioni per l'eventuale incremento delle tariffe, avrebbe l'effetto di discriminare alcune regioni rispetto ad altre riconoscendo più soldi a chi decidesse di spendere più soldi beneficiando  le strutture sanitarie di casa.

Il 24 giugno 2021, alla Conferenza Stato-Regioni, era stato concluso un accordo per riconoscere un miliardo alle Regioni per il rimoborso delle spese sanitarie extra, sostenute in pandemia.

Anche nel caso, la voce "extra" apre a scenari diversi e molto creativi sul fronte della spesa.

I due ministeri dichiarano in G.U.:

Rilevato che sono stati effettuati confronti con le società medico-scientifiche maggiormente rappresentative delle discipline interessate dai ricoveri COVID-19 per il tramite della Federazione italiana delle società medico scientifiche (FISM), per acquisire dalle stesse elementi informativi utili per la determinazione degli incrementi tariffari previsti dall’art. 4 del decreto-legge 19 maggio 2020, n....

E' come chiedere al topo se vuole più formaggio...

E, il cuore del provvedimento:

L’incremento tariffario massimo, per ciascun episodio di ricovero con durata di degenza maggiore di un giorno, è pari a 3.713 euro se il ricovero è avvenuto esclu- sivamente in area medica e a 9.697 euro se il ricovero è transitato in terapia intensiva. In caso di dimissione del paziente per trasferimento tra strutture di ricovero e cura, l’incremento tariffario è ripartito tra le strutture in propor- zione alla durata della degenza in ciascuna.

Quest'evidenza fa accapponare la pelle.

Le aziende sanitarie, proprio in quanto tali, sono gestite da manager che devono puntare al maggior fatturato e profitto possibili.

Se, alle Regioni è data la possibilità di riconoscere le nuove cifre di cui sopra che triplicano il fatturato con un "transito" in terapia intensiva, viene, per forza, da immaginare quanti e quali intrallazzi, in pieno conflitto di interessi, si possano annidare in tutto il percorso che attende qualunque cittadino che si trovi oggetto di ospedalizzazione per Covid.

Sarà difficile, in molti casi, rinunciare ad un piatto così ghiotto o rinunciare alla tentazione di favorire un carissimo amico responsabile di un'azienda sanitaria.

Il 3 aprile dell'anno 2020, LaVoce.info, con Leonzio Rizzo e Riccardo Secomandi, dedicarono un bel pezzo al tema.

Riferirono, tra l'altro che, già al 2017,  il costo annuale di un posto letto  era pari  a 138 mila euro per la Germania, 200 mila euro per la Francia e 260 mila euro per l’Italia!

E' chiaro che gli amici e le relazioni costano...