Risparmiatori, le banche fanno orecchie da mercante

Le esigenze dei risparmiatori continuano a rimanere inascoltate dalla Consob, autorità di vigilanza alla quale spetterebbe il compito di tutelare i loro interessi.

Risparmiatori, le banche fanno orecchie da mercante

In un momento di grande incertezza come quello attuale, gli investitori italiani avrebbero infatti assoluto bisogno di fiducia e tranquillità quando investono i loro risparmi.

Ed invece dobbiamo constatare che, durante l’attuale Presidenza Vegas, non solo molte delle richieste veicolate da parte nostra e di altre Associazioni sono state disattese, ma addirittura che sono state compiute scelte che giudichiamo contrarie all’interesse dei risparmiatori.

Innanzitutto sono state sottratte le funzioni di segreteria della Camera di Conciliazione e Arbitrato dalle competenze della Divisione Tutela del Consumatore e dell’Ufficio Rapporti con i Consumatori, i quali avevano proficuamente operato. La scelta più opportuna sarebbe stata quella di dare continuità all’attività sinora svolta dalle suddette unità organizzative valorizzandone al meglio l’esperienza acquisita.

Per non parlare dei provvedimenti presi per alleggerire gli obblighi (impropriamente chiamati “oneri”) di trasparenza a carico degli operatori, con la conseguente contrazione delle tutele dei risparmiatori. In tale contesto, non convince la sostanziale esclusione dell’informativa “probabilistica” dalla documentazione informativa destinata ai risparmiatori, scelta a nostro avviso assai criticabile alla luce degli ottimi risultati che tale informativa ha prodotto in più occasioni nel tutelare concretamente gli interessi dei risparmiatori, ad esempio nel caso BPM-Convertendo.

Alla luce di questa grave condotta Federconsumatori e Adusbef chiedono alla Consob di riappropriarsi del ruolo di difensore dei risparmiatori, ripristinando un quadro più efficace di tutela del risparmio.

In particolare, ribadiamo la richiesta di farsi promotrice ad ogni livello (nazionale, comunitario e internazionale) dell’approccio probabilistico, che ha assicurato grande tutela ai risparmiatori, che ha raccolto il favore del mondo accademico, che ha fatto proseliti nel novero delle Authority mondiali e che ha avuto riscontri anche nel mondo dell`industria.

Il quadro normativo consente alle Autorità ampi margini di manovra che possono e devono essere sfruttati, dato che a ciò non osta in alcun modo il principio dell’armonizzazione delle norme di attuazione delle regole comunitarie.

Le nostre Associazioni ritengono inoltre fin troppo morbido l’atteggiamento assunto nei confronti degli intermediari finanziari che hanno collocato prodotti derivati, travestiti da strumenti di copertura, agli enti locali ed alle piccole e medie imprese italiane al solo fine di accrescere i loro profitti di breve periodo.

Come mai non si prendono provvedimenti per fare chiarezza su tale tema e si impongono almeno per questi strumenti, sicuramente complessi, l’adozione degli scenari probabilistici che eviterebbe l’ulteriore aggravarsi della situazione?

Perché la Consob non sollecita l’approvazione del regolamento sulla trasparenza dei contratti derivati stipulati dagli enti locali, la cui prima bozza conteneva un preciso riferimento agli scenari probabilistici?

Se le richieste dei risparmiatori non registreranno al più presto una risposta convincente sarà sempre più forte il sospetto che le voci del mercato siano molto più forti ed ascoltate, come peraltro si è portati a pensare dalla lettura di recenti articoli apparsi sui quotidiani nazionali e da quanto appreso da una nota trasmissione televisiva in ordine alla discutibile gestione dell’operazione di fusione Unipol-Fonsai.

A cura di Federconsumatori

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