ESCLUSIVA IN: Pioneer Investments pianifica un`accelerazione della crescita organica

Quest`oggi eravamo presenti all`incontro che Pioneer Investments ha organizzato nella sua sede milanese con la stampa per presentare il proprio piano strategico quinquennale.

A prendere subito la parola è stato l`Ad Roger Yates, il quale ha sottolineato i noti problemi economico/finanziari degli ultimi anni, che non hanno lasciato indenne ovviamente nemmeno Pioneer. L`Ad ha evidenziato per prima cosa una crescita del ruolo della regolamentazione, seguita dal cambiamento nei bisogni dei clienti, ora maggiormente avversi al rischio, che ha di riflesso acuito i passivi e ha portato ad affidarsi maggiormenti a specialisti del settore. In questo contesto Pioneer - che come Yates ha tenuto a precisare `è messa alla prova ogni giorno sui mercati` - ha quindi pensato di rivedere il proprio piano strategico (cominciando dal maggio 2010), focalizzandosi sull`asset mix (canali, asset class e divisioni geografiche) e procedere alla diversificazione. I punti di forza su cui Pioneer conta per crescere sono in particolare presenza globale, performance di investimento, financials e ampiezza del business. Nello specifico, Yates indica come iniziative fondamentali da intraprendere l`espansione geografica e distributiva in Asia (Taiwan, Korea e Singapore), in Germania, nel regno Unito e negli USA (dove si punta a un +25% nel retail) oltre che al rafforzamento e alla costruzione di una piattaforma di investimento personalizzata con interessi soprattutto sui mercati emergenti, sul global EAFE e sui dividendi elevati. Ultimo ma non meno importante, Pioneer intende sviluppare un nuovo modello operativo globale, capace di ridurre i costi e le complessità e di rifocalizzare le risorse su quelle aree ad alto poternziale di crescita, parallelamente ad un`organizzazione più efficiente e snella.

A questo punto è intevervenuto Sandro Pierri, Ad Pioneer per l`Italia, che ha concluso sottolineando come quello asiatico non sia un mercato facile, considerate anche le diversità culturali e le tradizioni commerciali, ma che la società di investimento si sta appunto muovendo per attirare nuovi specialisti di chiara fama, facendo leva allo stesso tempo sui successi già raccolti in altri Paesi (come il Cile e Taiwan stessa) per presentarsi ai nuovi mercati nel migliore dei modi.

I due Ad hanno poi risposto ad alcune domande dei giornalisti presenti

1) I dati della raccolta in Italia per il mese di gennaio sono molto negativi per Pioneer. Siete preoccupati, visto che l`Italia rappresenta il vostro primo mercato e qui movimentate molti capitali? L`Italia rappresenta per noi un business molto importante. Il contesto degli ultimi anni non è favorevole, senza contare la tradizionale avversione al rischio. Tutto questo penalizza ovviamente il risparmio gestito, che risente dei trend strutturali. Appena la situazione si normalizzerà tutto tornerà al normale riequilibrio di flussi. La partita in ogni caso si giocherà sull`innovazione di prodotto e di servizio. Ad esempio Pioneer in passato ha messo una rete commerciale a supporto della rete retail, un  grosso investimento che però ha dato i suoi frutti nel lungo periodo.

2) Quanto conterà l`Italia alla fine del piano quinquennale? Sicuramente meno del 50% attuale. Nei prossimi cinque anni credo che il 60% dei fondi arriveranno al di fuori di Unicredit

3) Quanto è stata forte l`influenza di Unicredit nelle scelte passate? Diciamo che non c`è stato un singolo momento di `rivelazione`, ma è stato graduale l`arrivare a capire l`importanza di Pioneer e del suo piano di investimenti

4) Una visione dei mercati? Stiamo vedendo un miglioramento dei dati, specie in Nord America, senza contare le azioni della Banche Centrali. Vediamo anche però che i mercati emergenti hanno rallentato. E` difficile quindi per gli investitori creare portafogli diversificati per riuscire così a ridurre i rischi. I mercati sono infatti strettamernte collegati tra loro, sia quando scendono, ma soprendentemente anche quando salgono. Bisogna capire quanto tempo ci metteranno gli investitori a riacquistare la fiducia. Mi aspetto comunque che nel secondo semestre dell`anno la situazione torni a migliorare

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