LA PRIVATIZZAZIONE DI POSTE ITALIANE

E`  iniziato, ufficialmente, il processo che porterà alla quotazione di Poste Italiane. Money Farm - a cura del team di Asset Allocation Si tratta del più grande processo di privatizzazione degli ultimi anni, e riporta alla mente le grandi privatizzazioni degli anni ’90, quando ENI e ENEL furono privatizzate, e lo Stato portò sul mercato molte delle sue partecipate per cedere una minoranza e diminuire il suo indebitamento.Secondo la parole del Primo Ministro, la quotazione di Poste è il primo passo di una nuova ondata di privatizzazioni che porterà sul mercato anche la società per il controllo del traffico aereo, ENAV, e la rete ferroviaria, tramite la quotazione di Trenitalia. Le caratteristiche dell’offertaLa quotazione vera è proprio è prevista per fine ottobre, dopo un roadshow molto breve; nonostante altre società abbiano deciso di rimandare il processo di IPO (Initial Public Offering) a cause dell’eccessiva volatilità dei listini azionari, avanti tutta quindi. La struttura tecnica dell’offerta prevede la vendita del massimo del 40% della società, in modo che lo Stato Italiano possa raccogliere fino a un massimo di 3,9 miliardi di euro. Il prezzo per singola azione è stato valutato in un range tra i 6 e i 7,5 euro, per un valore complessivo del capitale azionario di 9,8 miliardi di euro (nell’ipotesi più favorevole). Della azioni collocate, il 70% sarà rivolto a investitori istituzionali e il 30% a clientela al dettaglio. La clientela retail potrà acquistare pacchetti minimi da 500 azioni, con una spesa quindi tra i 3,000 e i 3,750 euro; dopo un anno di detenzione delle azioni è previsto una sorta di “premio fedeltà”, per cui verrà distribuita una nuova azione gratuita ogni 20 detenute. Alla fine delprocesso lo stato manterrà comunque una partecipazione di controllo di almeno 60%.Come Poste Italiane arriva alla quotazionePoste nel 2014 ha fatturato 28,5 miliardi di euro, con un EBITDA di 1,4 miliardi e un EBIT di 691 milioni. I numeri di Poste sono guidati dalla rete capillare di sportelli (oltre 13000 ovvero 1,6 per ogni comune italiano!) e dallo sviluppo dell’offerta di servizi finanziari tramite BancoPoste. Inoltre con il recente acquisto del 10% di Anima, la società ha ulteriormente cementato il suo interesse verso l’industria del risparmio gestito. Pur curiosamente non essendo una banca (ha una legislazione ad-hoc fuori dal TUB) la società è attiva in quasi tutti i settori del banking escluso mutui e prestiti come mobile banking e delle rimesse dei migranti. Insomma Poste italiane si presenta alla quotazione con un ventaglio di aree operative ben più ampie del semplice servizio consegna e poste. Banca, Risparmio Gestito e Servizi Postali convivono ora in un`unica società, che ora vuole lanciare un messaggio al mercato, invogliando anche investitori professionali stranieri e retail italiani ad investire nella compagnia con una campagna di marketing costata oltre 10mln di Euro.I precedenti italianiQuello che però è importante capire, è se al di là della bella campagna pubblicitaria, Poste Italiane rappresenta o no una buona opportunità anche per un investitore privato e che ruolo potrebbe avere in un portafoglio. Come ben sapete, noi siamo convinti che l’investimento nel singolo titolo dal punto di vista rischio/rendimento premi nel lungo periodo mentre invece bisognerebbe concentrarsi sulle scelte di Asset Allocation del portafoglio che sono quelle a generare la gran parte dei rendimenti. Inoltre la capacità di selezionare un titolo che effettivamente riesca a fare meglio del mercato nel lungo periodo è il sogno di molti e la realtà di pochissimi professionisti del settore. Le privatizzazioni di aziende a partecipazione statale fanno eccezione? Assolutamente no e vediamo perché. Con i dovuti caveat del caso (mutato contesto economico, differenti tipologie di operazioni di privatizzazione, etc…) abbiamo costruito un portafoglio composto dalle principali società a partecipazione pubblica1 che negli anni 90 sono state quotate. Sono state prese Enel, Eni, Finmeccanica, BNL (poi acquistata da BNP), INA (poi acquistata da Generali) e Telecom Italia e le abbiamo confrontate con un investimento nello stesso periodo in un portafoglio bilanciato, dal profilo di rischio rendimento intermedio.1 Il portafoglio Privatizzazioni e’ composto pesando in parti uguali ogni società privatizzata e quotata in quel momento. A livello di performance, l’investimento nel portafoglio MoneyFarm avrebbe reso decisamente meglio del portafoglio Privatizzazioni. Inoltre e ancora più importante se aggiustiamo il risultato anche per il livello di volatilità, il portafoglio bilanciato risulta nettamente preferibile alle azioni di privatizzazioni. Questo vale anche se compariamo il portafoglio per la privatizzazione con laperformance migliore (INA).   Il confronto con le altre società postali a livello europeePoste Italiane non è l’unica società di co

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